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Il “Ferrari” di Michael Mann contiene scene girate nel Monferrato

Il film narra uno squarcio di vita del fondatore di auto italiane più famoso al mondo

Il “Ferrari” di Michael Mann contiene scene girate nel Monferrato

Far parlare tanto di sé prima ancora dell’uscita non è cosa facile e il film “Ferrari” ci è riuscito.

In effetti, il film di Michael Mann ha debuttato nelle sale italiane il 14 dicembre del 2023, ma già mesi prima il progetto ha fatto scalpore. Era esplosa una polemica in merito alle dichiarazioni dell’attore Pierfrancesco Favino, il quale criticò la scelta degli attori.

Ferrari

Dichiarò: <<Non si capisce perché attori italiani di livello non siano coinvolti in questo genere di film che invece affidano ad attori stranieri lontani dai protagonisti reali delle storie, a cominciare dall’accento esotico. Se un cubano non può fare un messicano perché un americano può fare un italiano? Solo da noi. “Ferrari” in altre epoche lo avrebbe diretto Gassman, oggi invece lo fa Driver e nessuno dice nulla. Mi sembra un atteggiamento di disprezzo nei confronti del sistema italiano>>.

Parole piuttosto dure che possono senz’altro trovare l’approvazione di una grossa fetta di pubblico.

A discapito di queste premesse però, il film risulta riuscito anche dal punto di vista attoriale. Adam Driver riesce a essere convincente nei panni di Enzo Ferrari, aiutato da una buona quantità di trucco. Così come Penelope Cruz garantisce una profondità notevole al personaggio di Laura Ferrari. Un plauso anche a Shailene Woodley (conosciuta principalmente per il film “Colpa delle Stelle” del 2014), che qui interpreta Lina Nardi, amante di Enzo da cui ha un figlio.

Va detto che tutti gli elementi siano sistemati nel posto giusto, a partire dagli attori secondari, ai costumi, alla fotografia, alla ricostruzione scenografica del contesto. A riprova del fatto che per partorire un’opera convincente non ci sia bisogno di budget esagerati…per questo film infatti si parla di appena 95 milioni.

È presto per fare un bilancio che rapporti la spesa con gli incassi, tuttavia sembra che ci sia un riscontro generalmente positivo da parte del pubblico.

All’anteprima torinese del film, il direttore di Torino Film Commission Paolo Manera ha raccontato sorridendo che “Michael Mann sorvolava la Pianura Padana in elicottero e ha visto un grande tracciato in disuso, che si è rivelato essere l’Autodromo di Morano Po. Ha deciso immediatamente che avrebbe girato delle scene lì e così è stato”.

Le riprese sono state svolte nell’Agosto del 2022 e hanno coinvolto numerosi comuni tra cui Brescia, Maranello, Modena, Reggio Emilia e Pontestura. Nell’Autodromo sopra citato sono state girate tutte le scene in cui Enzo Ferrari ha testato i suoi piloti con le prove a tempo.

Il proprietario della struttura Giovanni Deregibus ha così commentato: “Sono onorato che l’Autodromo sia stato scelto per le riprese di un film così importante e vedere dal vivo la troupe con gli attori, è stato emozionante”.

Autodromo di Morano sul Po

È certamente una grande lode al nostro territorio, ai suoi piccoli comuni e alle sue pianure. Si respira italianità, forse meno di quanto ci si aspettasse, ma in fin dei conti si parla pur sempre di una produzione hollywoodiana. Alcuni elementi, se forzati, rischiavano di diventare caricaturali, pertanto hanno optato per una messinscena semplice, in alcuni momenti quasi spoglia.

La narrazione è accompagnata dal fragoroso rombo dei motori e dal rumore delle ruote sull’asfalto. Qui più che mai il suono riveste un ruolo fondamentale.

La storia segue le vicende di vita di Enzo Ferrari dall’estate del 1957 fino al terribile incidente di Guidizzolo avvenuto nello stesso anno, che ha causato la morte di nove persone.

Sono due le linee narrative: una che tratta la vita privata del protagonista, nei trascorsi travagliati con la moglie e i rapporti segreti con l’amante, e un’altra che riguarda invece la carriera imprenditoriale che ha portato il marchio nell’olimpo dell’automobilismo sportivo.

Può essere definito un film biografico, in effetti si tratta dell’adattamento cinematografico del libro del 1991 Enzo Ferrari: The Man and the Machine di Brock Yates, tuttavia non mancano le tinte drammatiche.

Insomma, un prodotto riuscito in tutti i sensi.

Certo non mancano le sbavature…riscontrabili in un doppiaggio italiano forse troppo piatto e alcuni frammenti in cui gli effetti sembrano non rendere al cento per cento il realismo delle sequenze.

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