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21 Aprile 2016 - 11:20
Cinema
Un appuntamento cinematografico di qualità, con grandi nomi e anteprime internazionali, ma anche l'occasione per riflettere su diritti civili e libertà di orientamento sessuale. Torna per la 31/esima edizione il Torino Gay & Lesbian Film Festival (Tglff), in programma sotto la Mole dal 4 al 9 maggio.
Il cartellone, presentato oggi dal direttore Giovanni Minerba e dal direttore del Museo del Cinema, Alberto Barbera, si sviluppa intorno al tema 'Infiniti sensi. Precise Direzioni'.
Chiaro riferimento all'identità vulcanica, creativa, multiforme di un festival sempre alla ricerca di storie 'differenti', sottotraccia, provocatorie, capaci di stimolare dibattiti e riflessioni. "Sempre lungo una linea di coerenza etica e sociale che ha contribuito e contribuisce a definire i valori della nostra contemporaneità", sottolinea Minerba.
Le nazioni più rappresentate, con 18 film, sono Usa e Italia. Ci sono anche film provenienti dall'Iraq, dal Vitenam, da Taiwan e Cuba. Tra gli ospiti Paola Turci, Alessandro Borghi e Wieland Speck, creatore di Teddy Queer. "Questa rassegna culturale ha una doppia valenza - sottolinea il sindaco di Torino, Piero Fassino - rappresenta un appuntamento cinematografico sempre più riconosciuto a livello internazionale; e conferma la linea politica di una città da sempre in prima linea nelle battaglie per i diritti civili".
Per Barbera il festival si avvia sotto una 'buona stella', la sicurezza finanziaria legata al fatto che i conti del Museo del Cinema sono tranquilli. "La prossima settimana approveremo il bilancio consuntivo - annuncia - e a breve quello preventivo, senza particolari criticità o imprevisti".
Anche quest'anno il festival ha tre concorsi (lungometraggi, cortometraggi, documentari), tre premi - il Premio 'Ottavio Mai' intitolato al fondatore della kermesse, il Premio Queer e il Miglior Cortometraggio - e due premi del pubblico. Molti anche gli omaggi, primo tra tutti a Gianni Rondolino, critico morto di recente, che si apre con il film 'Un chant d'amour' di Jean Genet (1950) che Rondolino conobbe e amò proprio dopo averlo visto per la prima volta al festival. Omaggi anche a Ettore Scola, con la proiezione di 'Una giornata particolare' (1977) e a David Bowie.
Inaugura il programma, in anteprima italiana, 'Stonewall' di Roland Emmerich, con Jeremy Irvine, Jonathan Rhys Meyers e Vladimir Alexis, storia di Danny Winters. Cacciato di casa perché gay, il protagonista del film si trasferisce a New York nel 1969 e lì entra in contatto con la nascente comunità Lgbt del Greenwich Village.
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