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Dizionario del Turismo Cinematografico (45): Happy Birthday AFRICA ADDIO!

L’11 Febbraio del 1966 usciva in Italia uno dei più controversi, celebri e censurati film, AFRICA ADDIO diretto da Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi. In questo 50° Anniversario parliamo della pellicola, di alcuni (su tutti ci sarebbe da scrivere un saggio!) aneddoti e su alcune curiosità a livello di Turismo Cinematografico (ricostruzioni scenografiche e cimeli da museo) che riguarda il Piemonte.   Incipit iniziale in apertura pellicola: « L'Africa dei grandi esploratori, l'immenso territorio di caccia e di avventura che intere generazioni di giovani amarono senza conoscere, è scomparso per sempre. A quell'Africa secolare, travolta e distrutta con la tremenda velocità del progresso, abbiamo detto addio. Le devastazioni, gli scempi, i massacri ai quali abbiamo assistito, appartengono a un'Africa nuova, a quell'Africa che seppure riemerge dalle proprie rovine più moderna, più razionale, più funzionale, più consapevole, sarà irriconoscibile. D'altronde il mondo corre verso tempi migliori. La nuova America sorge sopra le tombe di pochi bianchi, di tutti i pellirossa e sulle ossa di milioni di bisonti. La nuova Africa risorgerà lottizzata sulle tombe di qualche bianco, di milioni di negri e su quegli immensi cimiteri che una volta furono le sue riserve di caccia. L'impresa è così moderna e attuale che non è il caso di discuterla sul piano morale. Questo film vuole soltanto dare un addio alla vecchia Africa che muore e affidare alla storia il documento della sua agonia. »     Vediamo ora cosa dice Wikipedia: “Il film è un famoso quanto controverso film documentario sulla situazione in alcune aree dell'Africa che stavano vivendo, come quasi tutto questo continente negli anni sessanta, il processo di decolonizzazione: ne traspare una immagine, a volte molto reale e cruda, di quello che era l'Africa in quegli anni.”     Il mio servizio sulla rivista Film Tv: “Quando si parla di AFRICA ADDIO sembra quasi si voglia spingere il pedale per odiarlo sul fatto che proponga sangue a volontà quando non si riescono a dimostrare le accuse di razzismo (tutti parlano di razzismo ma non spiegano come mai). Sinceramente io ne ricordo sempre gli splendidi tramonti ben fotografati (tecnicamente sarebbe un lavoro impossibile da rifare e non solo per il semplice fatto che la situazione storica sia stata in quel periodo).     Bellissimo film purtroppo al centro di varie polemiche. A parer mio definirlo razzista significa non averlo mai visto! L'unica sequenza che può essere razzista è quella nella quale si cercano fisionomie tra l'aristocrazia nera e quella bianca e vengono mostrati dei denti cariati ma è una forma di razzismo che fa ridere e prenderla sul serio è ridicolo (sembra quasi una provocazione buttata lì per dire "Sì! Avete ragione sono razzista!"! Per il resto il film è dalla parte delle minoranze etniche (qualunque sia la pelle o religione!) vittime degli europei che hanno abbandonato il continente nero lasciandolo a se stesso con tutti i profittatori (signori della guerra, Usa, Urss ma soprattutto Cina!) che l'hanno rovinata.     Molti episodi preannunciano quello che sarebbe successo negli anni a venire. La Storia seguente dà ragione al film come veritiero e i vari BLACK HAWK DOWN, L'ULTIMO RE DI SCOZIA, DIAMANTI DI SANGUE, etc... possono (devono) essere letti come seguiti Jacopettiani...   Intanto due sequel autentici ci sono stati (MAL D'AFRICA di Stanislao Nievo, che in AFRICA ADDIO è organizzatore generale, e il recente WHEN CHINA MEET AFRICA) mentre il trailer d'animazione diretto dai fratelli Pagot (le cui tavole originali furono incorniciate e tenute da Gualtiero Jacopetti nella sua casa romana) piacque così tanto che diventò un mediometraggio a se che vince il Premio Oscar come "Miglior Mediometraggio d'Animazione".     Il film originale invece raccolse alcuni David di Donatello e altri premi minori negli anni a seguire. Nel 2006 fu restaurato negli Usa e tornò in circolazione in America in una versione inedita e uncut per il 40° Anniversario.     Nel 1966 uscì in America un testo a tiratura limitata di John Cohen per le Edizioni Ballantine che raccoglieva un diario di bordo (sceneggiatura creata man mano che le situazioni nascevano, così è per molti documentari), foto di scena ed altro.  
Sceneggiatura AFRICA ADDIO Rarissimo saggio di John Cohen, in lingua inglese, acquistato ad un'asta on line Amazon (1 copia disponibile!) proveniente dalla Jamaica. Si tratta del libro uscito negli Usa nel 1966, in seguito al grande successo del film AFRICA ADDIO (1966) di Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi, vincitore del David di Donatello e del Premio Oscar, la versione d'animazione diretta dai fratelli Tony e Nino Pagot. Info da Wikipedia: "Il film ha avuto successo anche negli Stati Uniti, dove John Cohen ha pubblicato un libro omonimo (Africa addio, titolo in italiano, ed. Ballantine 1966), che approfondisce i temi e gli episodi del film attraverso diverse fonti.". Attualmente esposto come cimelio nella Collezione Turismo Cinematografico.
    Da segnalare inoltre l'episodio dei Boeri girato come un film western, le musiche delle quali alcune sono le stesse che man mano variano di tono a seconda ciò che viene mostrato sia ironico, drammatico o malinconico.     Sulla scena delle mani tagliate Jacopetti dichiarò che gli arti fotografati erano falsi ma solo perché quelli veri erano già dopo poche ore (quando la troupe arrivò) già in stato di decomposizione.     Riguardo l'episodio ambientato a Zanzibar il sito Wikipedia segnala (alla voce Rivoluzione di Zanzibar) che le immagini del film sono l'unico documento esistente su questo fatto di cronaca.     Sulla voce riguardo le accuse (a Jacopetti e Antonio Climati, direttore di fotografia e operatore della pellicola) di aver organizzato massacri secondo il settimanale L'Espresso (che era l'accorpamento di Cronache con un altro giornale, quindi fondato da Jacopetti) tutto nacque da un equivoco mal riportato dal giornalista Paolo Gregoretti recatosi in Africa su invito dell'amico Gualtiero Jacopetti.     Un film di sinistra erroneamente ritenuto di destra.”   (Davide Lingua, Film Tv.it)   All'epoca dell'uscita in sala il settimanale Oggi regalò una inedita locandina del film ai suoi lettori e L'Europeo pubblicò un inserto speciale a colori sulla lavorazione della pellicola. 2 grandi cimeli ormai introvabili!!!  
AFRICA ADDIO oggi La rarissima locandina pubblicata dalla rivista Oggi. Cimelio attualmente esposto nella Collezione Turismo Cinematografico del Dizionario del Turismo Cinematografico a Verolengo (To).
  Pochi anni fa a Cumiana (Torino, frazione Piscina) è stato creato un Parco Acquatico (con annesso Parco Naturalistico Zoom) chiamato Bolder Beach fabbricato con i celebri Boulders del Sud Africa importati qua. Gli stessi minerali filmati in una celebre panoramica del film AFRICA ADDIO, paesaggio ricostruito con dovizia di particolari (foto sottostanti).   Bolder2 Bolder3
Bolder1 Location a confronto. Boulders Beach, costa caratterizzata dalla tipiche rocce (boulders o bolder) e dai pinguini nani di Cape Town, Sudafrica, location del film AFRICA ADDIO (1966) di Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi, qua ricostruita a Piscina, frazione di Cumiana (To), con i boulders (bolder) autentici importati da Cape Town (che compaiono nelle riprese panoramiche del film), nella sezione acquatica (con tanto di pinguini nani veri) "Bolder Beach" del Parco Zoom. (foto1 scena del film, foto2 location originale di Cape Town allo stato attuale, foto3 riproduzione a Cumiana).
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