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CHIVASSO. Referendum Eutanasia Legale, Chivasso risponde

CHIVASSO. Referendum Eutanasia Legale, Chivasso risponde

Il banchetto organizzato da Marco Riva Cambrino

CHIVASSO. Continua, anche a Chivasso, la raccolta firme a sostegno del Referendum Eutanasia Legale ai “tavoli di strada” organizzati da Marco Riva Cambrino. 

All’ultimo tavolo, organizzato lo scorso sabato 24 luglio - come accaduto durante i precedenti - numerosi  cittadini hanno sottoscritto la richiesta di referendum. Tra di loro, Giovanni Pipino, presidente del Consiglio Comunale e Alfonso Perfetto, consigliere comunale.

Come sta andando la raccolta firme a Chivasso? Molto bene, grande affluenza da parte dei cittadini, che si sono messi pazientemente in coda per poter firmare, nonostante il caldo. Tanti, tantissimi giovani vengono a firmare, determinati, per dare il loro contributo a cambiare le cose in questo Paese. Fino a sabato scorso, ad esempio, sono state raccolte a Chivasso, complessivamente, 418 firme, con una media di 30 firme all’ora, in linea con la media nazionale. Tutto questo ciò è gratificante e stimolante, nonostante le difficoltà che sto incontrando.

A che tipo di difficoltà ti riferisci? Prevalentemente organizzative, legate alla disponibilità degli autenticatori; la loro presenza è indispensabile per organizzare un tavolo di raccolta firme. Ricordo che possono autenticare le firme il Sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali, e che l’autentica delle firme è un servizio pubblico per l’iniziativa democratica diretta dei cittadini e non necessariamente una condivisione dell’iniziativa.

Qual è l’obiettivo del Comitato Referendario? Raccogliere, entro il 30 settembre 2021, 500.000 firme da presentare in Corte di Cassazione in modo da lasciare la parola ai cittadini sulla volontà di introdurre l’eutanasia legale nel nostro Paese. Ciò implicherebbe riconoscere la piena libertà di autodeterminazione e di scelta della persona malata, che decide consapevolmente di voler porre fine alle proprie sofferenze.

E il fine ultimo del quesito referendario? Il quesito referendario si pone l’obiettivo di introdurre l’eutanasia legale tramite l’abrogazione parziale dell’art. 579 c.p. che punisce l’omicidio del consenziente. Tecnicamente il quesito lascia intatte le tutele per le persone vulnerabili, i minori di 18 anni, le persone che non sono in grado di intendere e volere, quelle il cui consenso è stato estorto, e potrà introdurre nel nostro Paese il diritto all’aiuto medico alla morte volontaria. In questo modo si possono abbattere le discriminazioni oggi esistenti, consentendo la possibilità di scegliere un fine vita consapevole, controllato e sereno, anche alle persone malate che necessitano di un aiuto esterno per porre fine alle proprie sofferenze.

La legge prevede già il “Testamento biologico”,  qual è la differenza? Dall’entrata in vigore della legge sulle DAT (Dichiarazioni Anticipate di Trattamento), con il “testamento biologico”, una persona può decidere anche per quando sarà in uno stato di incapacità a comunicare le sue scelte su quali sono i trattamenti sanitari a cui non vorrà sottoporsi, sulla volontà di interrompere trattamenti in corso e evitare accanimento terapeutico, con garanzia di cure palliative e sedazione.

La Corte costituzionale ha poi chiarito che l’aiuto al suicidio (art. 580 del Codice penale) non è punibile nel caso in cui la persona che lo richiede sia affetta da patologia irreversibile, capace di autodeterminarsi e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale. Tutte le altre persone con patologie irreversibili che comportano dolori intollerabili, ma che non dipendono da trattamenti sanitari vitali, e i pazienti impossibilitati ad assumere autonomamente un farmaco (a causa di SLA, di una tetraplegia, ecc.) nel nostro Paese non hanno la possibilità di scegliere, e di chiedere aiuto medico attivo per la morte volontaria, perché il nostro codice penale vieta l’omicidio del consenziente (art. 579c.p.).

Perché serve il Referendum? Per tutte le persone gravemente malate che, attualmente, non sono libere di scegliere fino a che punto vivere la loro condizione. Non hanno diritto all’aiuto medico alla morte volontaria, al suicidio assistito o ad accedere all’eutanasia, come è invece possibile in Svizzera, Belgio, Olanda, Spagna, Canada, molti Stati degli Stati Uniti e sempre più Paesi nel mondo.

Ecco perché, a fianco delle persone che non possono aspettare i tempi della politica e della giustizia, è tempo di dare la parola ai cittadini con un referendum. Di fronte al silenzio del Parlamento che continua a rimandare la riforma necessaria, il Referendum a questo punto è l’unica possibilità per rendere l’eutanasia legale in Italia.

C’è chi dice che è solo questione di tempo, che prima o poi una legge arriverà, ma è proprio il tempo che manca ai malati.

I prossimi tavoli di raccolta firme a Chivasso saranno mercoledì 28 luglio dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e sabato 31 luglio dalle ore 9.00 alle ore 13.00 - Lungo Piazza D’Armi angolo Via Caduti per la Libertà.

Se nel frattempo ci perverrà la disponibilità di consiglieri comunali o assessori ad essere presenti per autenticare le firme, ne programmeremo altri e ne daremo tempestiva comunicazione sul gruppo facebook Eutanasia Legale Chivasso.

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