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29 Ottobre 2020 - 11:38
“..E allora prendo il treno e vengo da te, il treno dei desideri nei miei pensieri all’incontrario va…” “Azzurro” cantata da Adriano Celentano, 1968. Il treno delle 5 e 50 che caricava a Cavagnolo un gran numero di persone dirette a Torino, lavoratori e qualche studente, con il Piero che vendeva Stampa e Tuttosport, sarà un ricordo per chi l’ha utilizzato.
Dal 2011 in poi ci sono stati diversi tentativi di ripristinare la linea ferroviaria Asti-Chivasso, a volte il traguardo sembrava possibile, ma sempre poi ricominciando da capo.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un balletto di posizioni molto strane nei confronti della linea ferroviaria ormai ridimensionata, comunque vada, a Brozolo-Chivasso.
C’è stata prima la proposta dell’assessore regionale ai trasporti Marco Gabusi di trasformare la ferrovia in pista ciclabile attraverso un rivestimento plastico non ben chiarito. Pur di fare qualcosa su questa ferrovia che ormai è decisamente in condizioni di degrado, i sindaci della zona hanno accettato la proposta. Il consiglio comunale di Lauriano l’ha votata, altri stavano per votarla. Il consiglio comunale di Cavagnolo ha votato un ordine del giorno meno schierato sulla proposta regionale, avendo forse constatato che qualcosa non andava. A seguito delle proteste di alcuni cittadini, associazioni ambientaliste, qualche amministratore (soprattutto il sindaco di Chivasso), c’è stata un’altra riunione a San Sebastiano dove l’assessore ai trasporti, a fronte del rifiuto questa volta unanime, di realizzare la ciclovia, se n’è andato senza ulteriori proposte. Non ci sono le condizioni per trasformare la ferrovia in pista ciclabile. La palla ritorna alla Regione Piemonte, rilanciata da un comunicato dei sindaci. Qualche giorno fa un gruppo di persone, comprendenti Luigi Cantamessa, direttore della Fondazione FS, tecnici RFI, il deputato Carlo Giacometto, i sindaci di Chivasso e Brozolo, Claudio Castello e Giovanni Demichelis, hanno valutato in loco la possibilità di trasformare la ferrovia in semplice collegamento tra le varie stazioni, percorso con treno storico, a vapore, il famoso ciuf ciuf. Beh certo piuttosto che lasciare nell’abbandono totale la ferrovia, forse è meglio trasformarla in ferrovia storica.Ma appaiono subito dei problemi. Il costo per il recupero della ferrovia a scopo turistico è lo stesso del recupero della ferrovia a scopo del trasporto? Cioè tutto deve essere assolutamente funzionante, per un solo treno la domenica, forse anche il sabato, mentre nel resto della settimana la ferrovia rimane deserta, non frequentata?
Quindi passaggi a livello, funzionamento delle stazioni, ovviamente funzionamento della linea. In più, per dare un servizio completo ai turisti che fruirebbero del treno storico, occorrerebbe una navetta, che li porti dalle stazioni ai siti da visitare. Che sono principalmente: il Leu di Casalborgone; il castello di San Sebastiano (privato); il sito archeologico di Industria a Monteu; l’abbazia di Santa Fede a Cavagnolo; la chiesa romanica a Brusasco; il Leu di Brusasco; la passeggiata naturalistica a Marcorengo; la Rocca di Verrua Savoia. Impensabile la mancanza di una navetta che colleghi questi vari punti e permetta ai turisti di visitarli. Altrimenti come ci vanno, una volta scesi dal treno storico? Occorrono poi volontari o personale in loco, per permettere l’accesso ai siti. Questo potrebbe essere un progetto complessivo di lancio del turismo nella zona, comprendente ristoranti e agriturismi, ma deve essere globale e ben strutturato. Ci va l’investimento iniziale. E chi lo fa? Ci vorrebbe una vera Unione dei Comuni. E non solo c’è il problema della ferrovia storica, ma senza ferrovia trasporti aumenterà il traffico veicolare sulla provinciale 590 che collega i vari comuni a Chivasso. Anzi, viene proprio richiesto.
Oltre all’aumento del traffico degli autoarticolati e auto private, aumenterebbero i bus di collegamento. Inquinanti, spesso vecchi, non certo adeguati alle esigenze di questi tempi. Tempi di percorrenza aumentati. Aumento delle polveri inquinanti.
Sicuri che sia utile allo sviluppo della zona nel suo complesso? Forse è importante riprendere la questione dei numeri: verificare le possibilità di trasporto di persone anche solo nelle ore di punta quindi limitando al massimo le corse, ma con frequenza giornaliera di treni regolari. E nel fine settimana treno storico. Tanto più che è stato approvato lo stanziamento per la realizzazione della pista ciclabile Ven-To da Trino a Chivasso. Immaginare una ulteriore pista ciclabile sull’altro lato del Po (che qualcuno ha ipotizzato) con tanti ciclisti che da Brusasco in poi pedalano verso Chivasso pare poco realista. Tutti i giorni, al posto del trasporto in treno, una bella pedalata? Fa bene agli anziani, forse. Forse bisognerebbe prima realizzare politiche che attirino persone a risiedere sul territorio, quindi fornendo servizi e non optional. E’ un problema complesso, come tutti i problemi di oggi, e necessita di soluzioni non estemporanee (l’idea di plastificare una ferrovia è veramente una novità nel mondo della viabilità. No comment). I sindaci non hanno ulteriori idee. E i cittadini? Ripensano alle promesse fatte nelle campagne elettorali … Cosa dicano in cuor loro, ognun lo sa…
Beppe Valesio
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