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27 Ottobre 2020 - 11:55
Cronaca dal “fronte-tamponi” a Chivasso. Cronaca di un ordinario mercoledì mattina in centro città, con la viabilità del tratto di via Po, verso il ponte, congestionata.
La fotografia potrebbe essere quella del film “Un ordinario giorno di follia”. O di una serie apocalittica di Netflix: una lunga fila di auto pronte ad immettersi sotto la tenda del “drive-in trought” per il tampone in piazzale Libertini, i vigili urbani che smistano il traffico che arriva dalla collina per il mercato, gente che “sclera” alla ricerca di un parcheggio libero in una città che già soffre la carenza di posti auto, figuriamoci se è mercoledì e, per giunta, vengono a mancare quasi 290 parcheggi, tanti quanti è in grado di ospitare il piazzale di fronte alla piscina comunale oggi riservato all’Asl.
La cronaca dal “fronte-tamponi” ce la fa una mamma chivassese. In auto, in fila, lei come centinaia di altri, con i figli seduti nel sedile posteriore. Chi con il naso che cola, chi con la tosse, chi con gli occhi lucidi per la febbre o persi nel vuoto per la lunga e noiosa attesa.
“Siamo finalmente riusciti nel nostro secondo tentativo di eseguire il tampone nell’area adibita di Chivasso - racconta questa mamma chivassese -. Ci abbiamo già provato il giorno prima, martedì, ma il tentativo è risultato vano: all’ingresso del percorso in auto mi viene comunicato che per la giornata c’erano a disposizione 200 tamponi e che io in coda ero probabilmente la 203sima. Così, è stato alla fine. E così abbiamo fatto la fila per nulla...”.
“Mercoledì i tamponi disponibili sono 180 - spiega -. Alle ore 8 (i tamponi si eseguono dalle 10, ndr) siamo la 35esima auto in coda. Mezz’ora dopo, l’incolonnamento delle auto raddoppia: saremo una settantina. In mezzo alle nostre auto, ci sono quelle posteggiate lì dal mattino presto o dalla sera prima. Alle 9 non c’è più spazio per le code delle auto che devono fare il tampone e si intasa la rotonda tra via Gerbido e via XXIV Maggio. Un quarto d’ora dopo arrivano i carabinieri per inserire una fila di auto in più e regolarizzare il traffico liberando il passaggio delle ambulanze in uscita dalla CRI e nella rotonda”.
Un macello. “Alle ore 9.45 - prosegue - due operatori in DPI anti Covid prendono il conto da ogni auto di quanti tamponi sono da fare. Alle 10 iniziano finalmente i tamponi”.
“Nel frattempo 2 immagini mi lasciano l’amaro in bocca e la triste consapevolezza di quanto sarà difficile uscire da questa situazione di emergenza pandemica ed economica - aggiunge -. Una signora arriva con aria soddisfatta per essere riuscita a fare la spesa nel nostro bellissimo mercato del mercoledì, il più grande della provincia.
Raggiunge il marito che conduce l’auto in fila come tutti noi ed entra in macchina. Chissà chi dei due dovesse fare il tampone. Chissà se ha pensato che potesse veicolare il sospettato subdolo virus nell’area mercatale? Mah!”.
“Arriva una signora con un sacchetto che contiene, ben visibili, mandarini - prosegue -. Cerca con lo sguardo una fra le auto in coda e chiede all’infermiera in tenuta anti Covid che ci stava registrando di portare quel sacchetto all’auto che, nel frattempo, ha trovato con lo sguardo. Permesso accordato. Chissà se questa signora ha avuto rispetto in primis per gli operatori lì presenti che per noi... Alle 11 i vigili urbani chiudono gli ingressi al piazzale.
All’interno saremmo almeno duecento auto con più persone all’interno. I tamponi per oggi 180. A noi, dalle 8 in coda, viene fatto il tampone alle 11.20. Ce l’abbiamo fatta al secondo tentativo, siamo stati ‘fortunati’. Chissà se tutti quelli in coda mercoledì sono riusciti a farsi fare il tampone...”.
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