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11 Settembre 2018 - 15:13
Carlo Giacometto
Desidero innanzitutto ringraziare il dottor Meaglia perché mi consente di intervenire anche su queste colonne sul tema del progetto di ripristino della linea ferroviaria Chivasso-Asti. O di parte di essa, come vedremo più avanti.
Nel suo intervento su La Voce del 28 agosto scorso, infatti, l’autore del pezzo mi tira giustamente in ballo in quanto esponente di Forza Italia, uno dei partiti cioè che sosteneva la Giunta Cota durante la legislatura che ha dovuto farsi carico della chiusura di una serie di linee ferroviarie, cosiddette, secondarie su tutto il territorio piemontese.
Ciò mi consente, anche grazie alla vostra ospitalità, di ribadire ciò che ho affermato nel corso della riunione del 3 agosto scorso a Chivasso promossa dai sindaci della collina chivassese: sono favorevole alla riapertura della linea ferroviaria nella tratta che insiste sul territorio della Città metropolitana di Torino, a condizione che il servizio risponda alla domanda di mobilità dei nostri tempi e sia, come giustamente riportato nel verbale citato, “adeguato all’utenza”.
Che oggi è certamente rappresentata in primo luogo da pendolari, studenti e lavoratori, che nei giorni feriali si recano prevalentemente nel Capoluogo regionale. Ma che, in prospettiva, potrebbe essere composta anche da turisti in arrivo nel nostro angolo di Monferrato torinese attraverso l’utilizzo dell’alta velocità ferroviaria, se – e io me lo auguro davvero - il progetto della stazione di Porta a Chivasso riuscirà davvero a concretizzarsi.
La chiusura della Chivasso-Asti, giova ricordarlo, non fu un fulmine a ciel sereno: da anni l’efficienza della linea era, per così dire, un miraggio. Con la logica conseguenza che molti utilizzatori, via via, decisero di smettere di avvalersi di un simile “servizio”, abbracciando altre alternative in termini di mobilità, dagli autobus al trasporto privato: tutte scelte più razionali - in fatto di qualità della vita – da parte di chi deve già farsi carico di impiegare una parte consistente dalla propria giornata per recarsi sul posto di lavoro. E’ inutile girarci intorno: la riattivazione della linea è funzione della sua sostenibilità economica, che, a sua volta, è funzione del servizio reso e del numero degli utilizzatori. Ecco perché ha senso suddividere la Chivasso-Asti in due tratte distinte, l’una al servizio dei Comuni del territorio della collina chivassese, l’altra a quelli dell’astigiano. Con la prima, il tratto Brozolo-Chivasso, che eviterebbe la ricerca di risorse per la riparazione della galleria tra Brozolo e l’astigiano: tempi e, soprattutto, costi oggi insostenibili per la finanza pubblica. A meno che, ovviamente, il Ministro Toninelli e i suoi referenti che governano la Città Metropolitana di Torino non ci stupiscano con effetti speciali.
Sì, perché come giustamente rileva Meaglia nel suo pezzo, nel corso della riunione del 3 agosto scorso “nessuno ha promesso di scucire un euro”. Né l’Assessore della Regione Piemonte Balocco, che in quanto rappresentante di una Giunta ormai in scadenza di mandato, si distingue per attivismo sul terreno della riattivazione delle linee, appunto, secondarie solo a fine 2018; né la Città Metropolitana guidata dal ticket Appendino-Marocco, che brilla per assenza su questa partita e che invece, in quanto titolare di deleghe sul trasporto pubblico locale su ambito provinciale, dovrebbe farsi carico di coordinare il lavoro dei sindaci coinvolti e di reperire risorse nel proprio bilancio per contribuire al raggiungimento della sostenibilità economica della (ri)messa in esercizio della linea nel tratto torinese: cosa che il sottoscritto ha sottolineato in quella sede, sebbene non sia stato evidenziato nel verbale per normali ragioni di sintesi. Ecco, visto che anche le linee programmatiche dell’attuale titolare del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti – illustrate nelle competenti Commissioni di Camera e Senato ad inizio di agosto scorso – prevedono “l’ammodernamento nonché il potenziamento delle linee ferroviarie (regionali) preesistenti” (cito testualmente la relazione consegnata alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati), direi che chi ha l’onere e l’onore di governare la filiera dei trasporti - sia a livello nazionale, sia a livello provinciale e cioè il partito di Di Maio e Toninelli - abbia tutti gli strumenti per mettere in campo una progettualità e risorse sufficienti per riattivare in tempi brevi la linea ferroviaria regionale Chivasso-Asti, quantomeno nel tratto torinese.
Su questa partita, con un occhio all’efficacia e all’efficienza del servizio, i sindaci della collina, così come il sottoscritto, non faranno certamente mancare il proprio supporto.
On. Carlo Giacometto
Deputato di Forza Italia
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