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30 Ottobre 2017 - 11:17
Il Consiglio comunale di Chivasso approva un ordine del giorno per invitare i parlamentari italiani ad “approvare lo Ius Soli”, la legge sulla cittadinanza attualmente in discussione al Senato. Lo fa con i voti favorevoli della maggioranza e dell’opposizione rappresentata in Consiglio da Adriano Pasteris, mentre sul punto s’è astenuta l’opposizione dei Cinque Stelle ed ha votato contro l’intero gruppo di centrodestra, da “Amo Chivasso e le sue frazioni” a Forza Italia.
Con l’ordine del giorno, proposto da LiberaMente e Chivasso Solidale, il Consiglio comunale chiede “ai Senatori piemontesi di attivarsi affinché la riforma della cittadinanza venga approvata quanto prima”, al “Presidente del Consiglio dei Ministri, in caso di difficoltà nell’approvazione della legge, vista la grande rilevanza civile e costituzionale, di porre la questione di fiducia e al Consiglio dei Ministri di autorizzarla”, invita “il sindaco e il presidente del Consiglio comunale a trasmettere, con una lettera congiunta, il presente ordine del giorno al presidente del Consiglio dei Ministri e al Presidente del Senato” e, infine, “auspica la più ampia adesione dei membri della Giunta e del Consiglio comunale allo sciopero della fame a staffetta a sostegno dell’immediata calendarizzazione della legge in Senato”.
E’ proprio qui, su quest’ultimo punto, che s’è concentrata l’attenzione di tutti.
Lo sciopero della fame a staffetta è stato lanciato da un gruppo di parlamentari per sollecitare alla calendarizzazione della legge in Senato, in modo che possa essere approvata in questa legislatura.
A Chivasso hanno già aderito in quattro.
Gianni Pipino, che ha scioperato domenica scorsa, Claudia Buo, che digiunerà giovedì, Annalisa De Col e Alfonso Perfetto, che ha iniziato lo sciopero proprio la sera del Consiglio.
Nelle 24 ore di “astensione dal cibo”, è consentito solo assumere tre cappuccini.
“Io ho preso solo dei caffè - sorride Perfetto -, ma è stata dura, perché soffro di problemi di diabete. Ho deciso di aderire all’iniziativa perché mi sembra un atto di civiltà, per una buona causa. L’ho fatto per sensibilizzare i miei colleghi: sanno che sono diabetico, chissà che qualcuno non segua il mio esempio. Ho avuto delle difficoltà, non lo nego, mi sono controllato costantemente e, alla fine, quando s’è abbassata la glicemia, non sono stato proprio bene... Ma ora il peggio è passato, lo sciopero l’ho fatto e chissà che non riesca a farlo un’altra volta. La causa è importantissima”.
Chi non digiunerà è senza dubbio Matteo Doria.
“L’ordine del giorno che è stato presentato aveva il carattere d’urgenza e per me, questo, è esagerato - inforca il consigliere di Amo Chivasso e le sue frazioni -. I diritti dei minori sono comunque garantiti con l’assistenza sociale, ospedaliera, scolastica. Cosa si deve fare di più? Non sono d’accordo sul principio di regalare così la cittadinanza. E non sono ovviamente d’accordo su questo sciopero della fame a staffetta. Cosa vuol dire scioperare un giorno? Che senso ha? Il giorno dopo ci si può abbuffare come se nulla fosse? E’ un’offesa a chi, in passato, ha fatto degli scioperi della fame dei veri strumenti di battaglia per affermare i propri principi e diritti”.
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