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26 Settembre 2017 - 06:37
Erano così sfacciati e sicuri di non essere presi che in un’occasione, uscendo da un condominio appena saccheggiato, hanno addirittura alzato il dito medio di fronte alle telecamere di sorveglianza. Un gesto di sfida, che però, insieme ad altre “leggerezze”, è costato loro caro. I carabinieri della Compagnia di Chivasso, dopo due anni di indagini, alla fine sono riusciti ad arrestarli.
Il blitz è scattato mercoledì all’alba. Operazione “Never Peace”. Mai più pace. Duecento uomini armati e un elicottero a sorvolare le loro teste. Le forze dell’ordine gli avevano promesso la guerra e così è stato.
I militari coordinati dal capitano Pierluigi Bogliacino hanno eseguito sedici ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip Edmondo Pio della Procura di Torino. Dodici persone erano già state arrestate in precedenza. Due sono stati addirittura acciuffati in Germania, grazie alla collaborazione dell’Interpool.
In totale sono trenta i cittadini georgiani, tutti domiciliati a Torino, appartenenti al clan Kutaisi, una delle famiglie più violente e pericolose della mafia georgiana, che avevano messo radici in Piemonte e che facevano parte di una banda specializzata negli assalti ad appartamenti.
A capo dell’organizzazione Petro Palamar, 29 anni, che da una stanza del Cie di Torino, dove era detenuto impartiva gli ordini.
La banda era specializzata in furti in alloggi: 85 in totale le case visitate, da dicembre 2015 ad oggi. A Torino, Savona, Alessandria, Cuneo, Pavia.
Ma anche a Settimo Torinese (sei appartamenti al villaggio Fiat, tra via Vercelli e via Alessandria) e a Chivasso (una decina di colpi).
I componenti dell’organizzazione avevano affinato la cosiddetta tecnica della “chiave bulgara”, uno strumento che permette di ricostruire il profilo della chiave di una serratura a doppia mappa senza avere la chiave originale e senza smontare la serratura della porta blindata. Una tecnica spesso utilizzata dai servizi segreti dell’ex Unione Sovietica.
L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Roberto Sparagna, è partita da un normale controllo a San Mauro Torinese a due componenti del gruppo, che avevano destato sospetti alle forze dell’ordine.
Tra i colpi pù clamorosi ci sono quelli commessi a due compagnie assicurative chivassesi: all’agenzia Reale Mutua di Teresio Pozzo e Pietro Alessandro Castagnini in via Torino 72 dove dalla cassaforte aperta con la “chiave bulgara” erano riusciti ad impossessarsi di circa 9 mila e 600 euro e la Toro Assicurazioni di Adriano Perrone di via Torino 80 (bottino di 14.500 euro).
Gli arrestati, mercoledì mattina, sono stati portati da Torino negli uffici della Compagnia di via XXIV Maggio, chiusa al traffico per agevolare l’operazione. Una donna, anche lei indagata, si è sentita male ed è stato necessario l’intervento di un’ambulanza.
Sono state eseguite anche una trentina di perquisizioni in tutta Italia, che hanno permesso alle forze dell’ordine di recuperare parte della refurtiva stoccata in un magazzino a disposizione della banda a Reggio Emilia.
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