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CHIVASSO. Il caso Capirone imbarazza il Pd

CHIVASSO. Il caso Capirone imbarazza il Pd

Michaela, dì qualcosa di sinistra! Michaela non mi far vedere, che tortura! Michaela, dì una cosa di sinistra! Dì una cosa anche non di sinistra, di civiltà!

Ce la immaginiamo come Nanni Moretti nel film “Aprile”, inchiodato di fronte alla tv  ad osservare Massimo D’Alema in silenzio mentre arringa Silvio Berlusconi.

Sono passati vent’anni - era il 1998 - e sono cambiate le tecnologie. Ma non riusciamo a immaginarcela diversamente Laura Seidita, lì seduta con la stessa frustrazione del regista ed attore di sinistra, con lo smartphone tra le mani a controllare il profilo facebook della figlia Michaela Capirone.

Già. 

Non c’è solo la scelta del nuovo segretario cittadino a scaldare il dibattito all’interno del Pd. Da qualche settimana a questa parte, tra i dem chivassesi, circola un certo - chiamiamolo così - imbarazzo per i post che sul social network facebook ha pubblicato una militante, Michaela Capirone, figlia della segretaria della Cgil Piemonte Laura Seidita.

Sul suo profilo la giovane militante Pd, candidata nella lista del partito alle ultime elezioni, ne sta scrivendo di ogni.

Post che hanno poco di quei valori cui si rifà la sinistra, ma anche frasi poco felici verso  Chivasso - definita “città bigotta” - quella stessa città che solo tre mesi fa la vedeva candidata alle amministrative.

Ne citiamo alcuni, tanto per intenderci.

Brutti zingari bastardi che vi siete rubati tutta la mia biancheria nuova firmata fate schifo!”.

“[…] l’Italia è la barzelletta del mondo dove chiunque può fare i porci comodi e poi italiani sono costretti a vivere per strada dopo una vita di sacrifici…i futuri cittadini… i vostri figli non possono crescere con i valori sbagliati. Chi sbaglia deve pagare e non essere protetto!!”.

“[…] Qui gli italiani tutti parlano ma nessuno scende sotto a battere i piedi. Nessuno e allora le cose non cambieranno mai è solo un alternare di destra e sinistra di chi ruba e chi fa peggio. Arrivato alla poltrona si instaurano solo legami di conoscenza favoritismi ed egoismi [...]”.

Fino al paradosso, per una del Pd: “Mi spiace mi sento male solo a doverlo affermare ma sono d’accordo con Salvini ogni singolo imprenditore è libero di decidere chi assumere e se vuole tutti dipendenti italiani ha tutto il diritto di farlo!”.

Nel circolo dei democratici chivassesi c’è chi non avrebbe preso benissimo questa libertà di pensiero espressa su facebook dalla giovane candidata alle amministrative. “O lei, o io”. E avrebbe già mandato l’aut aut al commissario Antonello Ghisaura. Si preannuncia un autunno caldo tra i dem chivassesi alla ricerca di un segretario, una sede e pure una linea di partito condivisa.

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