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26 Luglio 2017 - 09:30
Seta s.p.a.
Città Metropolitana ha emesso un nuovo provvedimento di diffida per irregolarità nella gestione delle discariche di Chivasso. Scriviamo “nuovo” perché le diffide si susseguono da anni, a nostra conoscenza sono sedici dal 2003 a oggi. Pressapoco una all’anno con un’intensificazione negli ultimi tempi: due nel 2016 e già tre nel 2017.
Le diffide sono nella maggior parte indirizzate a SMC, che conduce tre discariche su quattro, e in numero minore a SETA, che ne conduce una sola.
Riguardano varie violazioni delle prescrizioni elencate nelle autorizzazioni: odori, incendi, biogas, fluff, percolamento esterno, nerofumo, garanzie finanziarie.
Quest’ultima diffida è contenuta nella Determina di Città Metropolitana n. 173 - 17585 del 7 luglio 2017 ed è rivolta a SETA conduttrice della Chivasso 0. Colpisce irregolarità nella gestione del percolato. Richiede alla società di inviare a Città Metropolitana e al Comune di Chivasso, entro 7 giorni dalla notifica, una relazione sui rimedi adottati. Perciò al Comune la relazione dovrebbe essere giù pervenuta. Chissà che l’amministrazione non la renda nota facendo uno strappo alla regola: la promessa di “trasparenza” non compare infatti nel programma elettorale del nuovo sindaco Claudio Castello.
Sicuramente una dimenticanza.
Il linguaggio della diffida è tecnico, e cerchiamo di renderne in parole povere il significato. Pochi giorni prima ARPA aveva trovato del percolato dove non dovrebbe esserci, in un’area “presumibilmente esterna all’area impermeabilizzata”. E aveva rilevato che il livello del percolato al fondo della discarica, al di sopra dell’impermeabilizzazione, era troppo alto.
Cioè ce n’era troppo. Per inciso: il percolato è il liquido denso che si
forma dall’unione dei rifiuti con l’acqua piovana che penetra nel corpo della discarica. Se il percolato filtra nel terreno sottostante la discarica può contaminare le falde acquifere. Per evitare il rischio il fondo della discarica deve essere provvisto di un adeguato sistema di impermeabilizzazione. Se questo non basta, e se al fondo si deposita una grande e pesante quantità di percolato, il gestore deve regolarmente aspirarlo per mantenerne basso il livello, il cosiddetto “battente”.
La Chivasso 0 è la più vecchia delle discariche chivassesi. Si trova all’estremo Sud dell’area dicariche, vicino all’ingresso. Fu autorizzata nel 1984 e in seguito ampliata. Nel 2009 è stata “bonificata” e vi è stato rifatto il sistema di impermeabilizzazione.
La conduzione della Chivasso 0 è una faccenda complessa.
La proprietà è di SMC; la titolarità dell’autorizzazione rilasciata a suo tempo dalla Provincia è in capo a SETA, a sua volta partecipata al 49% da SMC; la gestione o conduzione operativa è eseguita da SMC: nella determina si legge infatti che SMC “cura la gestione operativa dell’impianto”. Infine, i costi e l’esecuzione del post gestione o “post mortem”, cioè il monitoraggio che dopo la chiusura deve essere attuato per almeno 30 anni, sono a carico del titolare dell’autorizzazione. Quindi di SETA. Però nel 2013 SETA e SMC hanno sottoscritto un accordo in base al quale “SMC si impegna ad eseguire a proprie cura e spese tutte le attività di gestione post-operativa dell’impianto... rimanendo a carico di SETA esclusivamente le garanzie finanziare richieste al titolare”.
Piero Meaglia
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