Un fotogramma delle riprese nel panificio di Chivasso
“Non sono un estorsore”. Claudio Collia, 48 anni, di Rondissone, ex imprenditore nel settore della panificazione, si difende dalle accuse piovutegli addosso nell’ultima settimana. Collia è stato arrestato martedì nell’ambito dell’operazione “Pane amaro”: è ritenuto la mente dell’estorsione ai danni dell’ex socio e datore di lavoro, un uomo di 40 anni di Quagliuzzo, messa in atto insieme ad alcuni complici. Del suo arresto hanno parlato settimanali locali, quotidiani, siti internet e telegiornali nazionali. “E’ stato massacrato”, commenta il suo legale, l’avvocato Claudio Strata del foro di Torino. “Sono state messe in piazza faccende personali e private del signor Collia che nulla c’entrano con questa vicenda”. Dopo aver trascorso due giorni in carcere venerdì Collia è tornato a casa: il giudice Stefania Cugge gli ha concesso gli arresti domiciliari. “Il mio assistito ha commesso un errore, agendo nei modi sbagliati, ma devono essere valutati tutti gli aspetti di questa vicenda - spiega l’avvocato Strata -. A giugno dell’anno scorso, esasperato per non riuscire ad ottenere quanto secondo lui gli sarebbe spettato, ha deciso di intervenire nella maniera che ormai tutti conoscono. Ha parlato in giro delle difficoltà che aveva nei rapporti con il suo ex socio e così qualcuno si è offerto di dargli una mano, provando, diciamo così, a smuovere la situazione. Ma Collia si è subito accorto che non erano quelli i modi corretti ed ha cambiato strada: già a novembre s’è rivolto ad un legale per cercare una conciliazione extragiudiziale con il suo ex socio. Abbiamo prodotto al giudice tutte le carte, tra lettere e raccomandate, che dimostrano come Collia volesse semplicemente che venissero rispettati dal suo ex gli accordi presi, a partire dal lavoro che ha prestato fino a ciò che ha fatto per l’avviamento della nuova società, per non parlare dei macchinari che sono stati concessi, ecc... ecc...”. “Non credo che ci siano i presupposti per considerare questa vicenda alla stregua di un’estorsione vera e propria - conclude il legale -. Piuttosto ritengo che si possa parlare di un esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Che è tutt’altro reato. Per questo chiederemo al pm un approfondimento istruttorio”.
Collia, 48 anni
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