Quasi mezzo milione di euro di danni. E come se non bastasse, anche la beffa. Dal 2008 ad oggi la famiglia Villata ha continuato a pagare tutte le tasse e le utenze, per la proprietà di quella seconda casa di Ceresole Reale, frequentata durante le vacanze invernali ed estiva, completamente distrutta dalla valanga che s'era abbattuta sulla zona il 16 dicembre di quell'anno. "Abbiamo tutto l'elenco degli oggetti andati perduti e dei tributi, Imu, Ici, Tari, ma anche acqua e gas, che abbiamo continuato a pagare, senza poter più utilizzare la casa né poterla ricostruire, perché quella zona è ancora a rischio, non è mai stata messa in sicurezza" ha raccontato Dina Serra, settantenne originarie del torinese e proprietaria, insieme al marito e al figlio, del la villa "Dacia dei fiori", travolta e trscinata a valle per 150 metri. E' stata sentita lunedì mattina, di fronte al giudice Ombretta Vanini, nell'ambito del processo a carico di Renzo Bruno Mattiet, oggi consigliere comunale di minoranza ma all'epoca Sindaco di Ceresole Reale, accusato di una serie di negligenze, relative al Piano Regolatore e ai mancati interventi per garantire l'incolumità pubblica. Intanto, secondo l'accusa, sostenuta dalla Procura, fu resa edificabile un'area soggetta a rischio valanghe. Ma soprattutto, in quei giorni, Renzo Bruno Mattiet non aveva provveduto a dare l'allarme, aveva firmato un'ordinanza di chiusura della strada provinciale soltanto nell'imminenza del peggiorare delle condizioni meteo, mentre per prudenza avrebbe dovuto dare apposita comunicazione con un ben più largo anticipo, stante le notizie dei bollettini regionali Arpa. Per miracolo non ci furono feriti. "Avevamo programmato di arrivare nella nostra abitazione di Ceresole la sera del 15 dicembre, invece, visto il meteo, siamo partiti domenica mattina, e per fortuna visto che, senza alcuna comunicazione, una volta arrivati a Ceresole, abbiamo trovato la strada chiusa e dela nostra casa non era rimasto nulla. Se avessimo rispettato il nostro programma, a quest'ora non saremmo vivi"hanno riferito i tre componenti della famiglia Villata, che avevano sporto denuncia contro il Comune e si sono costituiti parte civile con l'avvocato Maria Cristina Macrì del Foro di Torino. "Nessuno – hanno aggiunto – ci ha mai proposto un risarcimento dei danni, il Comune non ci ha mai contattato per questo" hanno messo bene in chiaro. Il giudice Vanini ha rinviato il processo al 18 settembre prossimo per sentire i vari consulenti di parte e al 25 settembre per sentire tutti i testimoni, in modo da chiudere il processo prima che vada in prescrizione.
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