Basta profughi! Nell’arco dell’ultima settimana le proteste sono dilagate. Lunedì scorso, addirittura, alcuni residenti sono scesi in strada per impedire l’ingresso di dodici nuovi migranti in un alloggio in una pallazzina di via Giacomo Buffa, a due passi dalla stazione. Hanno chiamato i carabinieri ed il sindaco Pasquale Mazza. Arrivo sospeso, infine, dopo l’opposizione dell’Amministrazione, a muso duro, con il Prefetto di Torino. Ma l’obiettivo è ottenere il “no” definitivo a nuovi arrivi. E subito, a Palazzo Lomellini sui social network non si sono contati i ringraziamenti arrivati a Mazza. Non foss’altro perché, nella Città della Ceramica, il numero raggiunto è inaudito: ad oggi sono ospitati ben 165 persone. “Siamo contro il businnes sulla pelle di quella gente - commenta senza tanti giri di parole il nuovo primo cittadino castellamontese -. 165 persone qua sono troppe. Non siamo assolutamente razzisti, siamo per l’aiuto umanitario ma a tutto c’è un limite: il troppo stroppia e potrebbe portare a problemi di ordine sociale e io sono il responsabile della sicurezza. Dov’è il criterio di tre profughi ogni mille abitanti? Non voglio creare neanche allarmismi ma questa situazione va assolutamente monitorata e gestita”. Se la matematica non è un’opinione il numero sfora non solo ogni logica ma anche le stesse disposizioni normative: in tutto, qui, dovrebbero soggiornare al massimo trenta persone. Mazza è deciso ad affrontare il Prefetto. “Sto aspettando un incontro - dice - e pretenderò verifiche”. E non risparmia attacchi. Innanzitutto nei confronti della precedente Amministrazione Comunale. E ironizza sui complimenti che gli sono arrivati da parte della Lega Nord. ”La Lega ci fa i complimenti? Bene, io li ringrazio a mia volta - risponde - ma ricordo ai suoi componenti che erano in lista con l’ex vicesindaco Giovanni Maddio che fino a qualche settimane fa di questo tema non si è mai interessato e, se lo ha fatto, lo ha fatto in modo contrario al nostro”. Non risparmia critiche nemmeno nei confronti del Ciss 38, il consorzio dei servizi socio-assistenziali con sede a Cuorgnè. L’unico dei tre consorzi canavesani che non si è ancora premurato di progettare un piano di gestione: il Ciss-ac a Caluso e In.rete a Ivrea, infatti, già da mesi hanno predisposto un bando per monitorare e prendere a carico il sistema di accoglienza fissando un tetto massimo di profughi comune per comune. In alto canavese? Nulla di nulla. “Qui vige l’anarchia più totale!” sentenza Mazza.
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