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CASTELLAMONTE. Maltrattò la padrone di casa e pure il cane, condannato

  Maltrattò non solo la padrona di casa ma persino il cane. Luca Ottino, 29enne di Castellamonte, mise “a ferro e fuoco” l’abitazione della compaesana, di diversi anni più vecchia di lui, Maria M., quando, la sera tarda del 5 gennaio 2011, decise di auto invitarsi nella sua abitazione, e non da solo, ma portando con sé un bel nugolo di amici. Fu una serata infernale. Di cui la donna si rese conto, senza la forza, allora, di mandare via quella combriccola, soltanto qualche tempo dopo, presentandosi alla stazione dei carabinieri per sporgere denuncia. E fu davvero una baraonda che oggi è costata ad Ottino una condanna, presso il Tribunale di Ivrea, a  9 mesi di reclusione e 500 euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali per i reati di violenza privata e furto aggravato. Ma non sconterà un solo giorno, il ragazzo, visto che il giudice Maria Claudia Colangelo è stata decisamente più clemente rispetto al Pubblico Ministero Emanuele Bosio, il quale avrebbe inflitto, fosse stato per lui, 22 mesi di reclusione. Il giudice ha anzi concesso la sospensione della pena e la non menzione nel casellario giudiziario. Quella sera Ottino suonò il campanello come era solito fare. “Su, fammi salire”. Ma Maria, subito dopo, s’era trovata un’ondata di ragazzi nell’appartamento. ”Hanno sferrato calci alla porta, ho aperto” aveva raccontato, piuttosto rammaricata, in aula in una sequela di “non ricordo” e “non so”. Anche perché, nelle ore successive, e il giudice ne ha trovato conferma nella testimonianza di una inquilina, Maria si sarebbe appartata in bagno con Ottino, noncurante del caos che intanto, prima, dopo e durante, avveniva in cucina ed in salotto. Tra chi avrebbe rovesciato la ciotola del cane, chi sparso l’acqua sul pavimento e persino il caffè. Chi addirittura avrebbe preso a calci la povera bestiola. Chi, ancora, avrebbe aperto la valvola del termosifone. Poi, quando Ottino e compagnia bella si erano dileguati, la donna si era accorta che mancavano alcuni oggetti, un mazzo di chiavi e la cornetta del citofono, poi ritrovato successivamente.
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