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CASTAGNETO PO. Rapinatori incastrati dal cappellino della Juve

CASTAGNETO PO. Rapinatori incastrati dal cappellino della Juve

Tribunale di Ivrea

CASTAGNETO PO. Incastrati dalle telecamere, dai tatuaggi e dal cappellino della Juve. Nei giorni scorsi i carabinieri della Compagnia di Chivasso hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Massimo Grillo, 44 anni, di Torino, il rapinatore con tatuato un numero sull'avambraccio e un cavallo rampante sul polpaccio, e il complice Roberto Privitera, 46 anni, di Settimo Torinese.

A firmarla è stato il giudice Fabio Rabagliati su richiesta della Procura eporediese. Era le 8 del mattina del 1º giugno 2020. I due avevano minacciato con un taglierino il direttore del piccolo ufficio postale di piazza Rovere a Castagneto Po e dopo avergli legato mani e piedi con fascette da elettricista, erano riusciti a fuggire con un bottino di circa 16 mila euro prelevati dalla cassaforte.

Dal direttore si erano anche fatti consegnare il portafogli, il telefono cellulare, le chiavi di casa e dell'auto. Quella mattina indossavano mascherine chirurgiche. Sono accusati di rapina e sequestro di persona. Quella di Privitera e Grillo è una carriera criminale costellata di precedenti per furti, rapine, ricettazione e porto d'armi.

Inoltre Privitera al momento dell'arresto era sottoposto a regime di libertà vigilata a seguito di un'ordinanza emessa lo scorso gennaio dal tribunale di sorveglianza di Vercelli. Attualmente rinchiusi in carcere a Torino, Grillo e Privitera, lunedì mattina, sono comparsi in tribunale a Ivrea per l'interrogatorio di garanzia, ma si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

I loro legali Stefano Idem e Gigliola Rubano presenteranno ricorso al tribunale del Riesame. Per individuare i due rapinatori c'è voluto oltre un anno di indagini svolte dai militari della sezione operativa che hanno visionato filmati, tabulati telefonici ed eseguito pedinamenti. Grillo e Privitera sono stati inchiodati grazie alle analisi dei filmati delle telecamere dell'ufficio postale e degli occhi elettronici sparpagliati lungo il territorio del piccolo comune sulla collina di Chivasso che li hanno ripresi fuggire a bordo di un'Audi A3.

E poi le tracce biologiche prelevate sugli indumenti da lavoro indossati durante il colpo che i due avevano abbandonato durante la fuga.

Uno dei due indossava anche un cappellino della Juve e mentre fuggivano avevano gettato in una siepe gli oggetti personali rubati al direttore delle Poste, che riuscì a liberarsi solo grazie all'aiuto di un cliente arrivato nel piccolo ufficio postale qualche minuto dopo la fuga dei banditi.

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