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CASELLE. Strage: ideò triplice delitto, ergastolo a colf

CASELLE. Strage: ideò triplice delitto, ergastolo a colf

C'è un secondo colpevole per la strage di Caselle. Dorotea De Pippo, la colf della famiglia sterminata nella sua villetta, è stata condannata all'ergastolo.

Secondo la Corte d'Assise di Torino, che ha accolto la tesi dell'accusa, fu lei a ideare il triplice omicidio compiuto dal marito, Giorgio Palmieri, già condannato alla stessa pena. "I miei hanno avuto giustizia, è un piccolo passo per ricominciare", ha commentato in aula Maurizio Allione, che in un colpo solo perse i genitori e la nonna materna. "Nessuno - aggiunge commosso - me li restituirà più...".

La condanna dell'ex colf a quasi due anni dal brutale delitto, avvenuto la sera del 3 gennaio 2014 per una manciata di euro. "Volevo rapinarli avevo bisogno di soldi. Con i cento euro del bottino sono andato a fare la spesa", aveva confessato subito dopo l'arresto Palmieri, puntando il dito contro la moglie. "Fu lei ad istigarmi - accusò l'uomo - e a organizzare tutto, perché avvelenata con gli Allione", ovvero Claudio, la moglie Maria Angela Greggio e la madre di quest'ultima, Emilia Campo dall'Orto.

Una tesi sostenuta nel corso del processo anche dai pm Roberto Sparagna e Fabio Scevola. Secondo i magistrati fu lei "la determinatrice" dell'omicidio, colei che ha "caratterizzato il movente", ovvero l'odio per la famiglia che a suo dire l'aveva sfruttata e maltrattata, facendola lavorare con un basso stipendio, e poi licenziata. "Una donna cinica, incapace di                 provare affetto, ma allo stesso tempo in grado di mentire con naturalezza e di controllare le situazioni", l'hanno descritta i pm.

La De Pippo, che è stata condannata al pagamento delle spese processuali e ad una provvisionale di 300 mila euro nei confronti di Maurizio Allioni, ha assistito alla lettura della sentenza in silenzio. Non una parola, non un gesto capace di trasparire una emozione o un sentimento. Nessun commento anche da parte del suo legale, Giulio Calosso. "E' un dispositivo giusto", ha invece detto Stefano Castrale, l'avvocato di Maurizio Allione. Per la morte di Claudio Allione e Maria Angela Greggio, la Corte ha riconosciuto anche la premeditazione, aggravante invece esclusa per l'omicidio dell'anziana madre della donna. "Sentenze come questa - ha concluso l'avvocato Castrale - avvicinano le parti lese alle aule di tribunale, perché sanno che possono avere giustizia".

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