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26 Novembre 2019 - 16:54
Francesco Cavallero Sindaco di Casalborgone
Riceviamo e pubblichiamo.
Venerdì 22 novembre si è tenuto il Consiglio Comunale di Casalborgone. All’ordine del giorno poche voci: approvazione dei verbali precedenti, ratifica della variazione di bilancio, e due interrogazioni presentate dal gruppo consigliare d’opposizione “Prima Casalborgone”, la prima sugli “itinerari di cammino” e la seconda sul sito “Casalborgone informa”.
Al di là dei contenuti dei singoli argomenti ciò che pare emergere dal dibattito è la necessità di una maggiore chiarezza e trasparenza.
L’ultimo Consiglio Comunale si era chiuso con un bel po’ di tensione per le parole contenute nella comunicazione del sindaco Cavallero a proposito del consigliere Baggio: “un gruppo di persone a cavallo è stato a bloccato e aggredito mentre raggiungeva il punto di ritrovo programmato: il protagonista, e non è la prima volta, di questo episodio sarebbe il consigliere Baggio”. Non per riprendere un argomento “vecchio” di diverse settimane, ma da qui è partita la recente riunione. Evidenziato da Baggio che il regolamento del Consiglio comunale prevede che “la seduta non può mai essere pubblica quando si tratti di questioni concernenti persone”, il Sindaco ha sottolineato che nel suo intervento si è riferito esclusivamente al ruolo “politico” del consigliere Baggio.
In che senso “ruolo politico”? Cosa si intende per azione politica? Un amministratore può organizzare manifestazioni, incontri, scrivere sui giornali o presentare interrogazioni al Consiglio. Queste sono le azioni politiche di un consigliere comunale. Ma se Baggio ritiene di poter invitare qualcuno a non transitare più sulla sua proprietà privata, che abbia torto o ragione, questa sembra appunto una questione privata, non un atto politico. Piuttosto sembra che il Sindaco non sappia più come rimediare alla sciocchezza di accusare apertamente Baggio sulla base di generiche voci e segnalazioni di non meglio precisati cittadini e provi a fare distinzioni mica tanto chiare, tirando fuori la storia del ruolo politico... ma toppa pare peggio del buco!
Come vuole il Sindaco, parliamo allora di atti politici. Due interrogazioni sono state presentate dal gruppo di minoranza. In particolare, all’interrogazione riguardante gli “itinerari di cammino” il consigliere Baggio, riassumendo l’iter della questione aperta fina dal giugno 2016, evidenzia che le interrogazioni presentate nel marzo 2018 e poi nell’aprile e nell’agosto 2019, non hanno avuto risposta fino al Consiglio attuale. Finalmente si è saputo, come dichiarato dal Sindaco, che le interrogazioni erano state inviate all’indirizzo “sbagliato”. Ebbene, non rispondere per così tanto tempo alle interrogazioni dei consiglieri, che rappresentano sempre chi li ha votati e non solo, corrisponde a non rispondere ad una parte dei propri concittadini. Si tratterebbe in questo caso sì di un’azione politica. La legge inoltre parrebbe sostenere che anche con la manifesta irricevibilità, inammissibilità, improcedibilità o infondatezza della domanda, le pubbliche amministrazioni concludono il procedimento con un provvedimento espresso redatto in forma semplificata. Una dichiarazione di “non competenza” già alla prima interrogazione avrebbe consentito ai cittadini interessati di percorrere altre strade alla ricerca di una risposta.
E decidere di registrare le sedute del Consiglio Comunale è una scelta politica? Sembrerebbe proprio di sì. In nome della trasparenza.
Questo ci porta a prendere in considerazione l’inizio della seduta quando il consigliere Baggio ha chiesto al Segretario comunale per quale motivo nel verbale della comunicazione del precedente Consiglio comunale non fossero stati riportati anche gli interventi della maggioranza, sindaco compreso, ma esclusivamente quelli della minoranza. Il Segretario ha fatto presente che senza una registrazione è praticamente impossibile essere precisi e ha evidenziato che per una maggior accuratezza della verbalizzazione sarebbe necessaria, previa autorizzazione del Consiglio medesimo, la registrazione delle riunioni. Ha anche aggiunto però che tale operazione viene fatta dai grandi comuni perché, così si è capito tra il pubblico, il costo della registrazione e della sbobinatura si aggirerebbe intorno ai 200.000 euro! Ritorniamo con i piedi per terra. Un registratore digitale potrebbe costare intorno ai 130 euro, ma anche meno. Volendo esternalizzare come per gli imbustamenti della TARSU, magari con una ditta più affidabile visto che ci sono voluti mesi per avere a casa le cartelle dei rifiuti ritardando così l’incasso da parte del Comune, il costo che si trova in internet, con agenzie che garantiscano la riservatezza, è dai 2 ai 5,50 euro al minuto. Conteggiamo. Vogliamo abbondare, circa 10 sedute annuali e una durata media di ciascuna di 2 ore (quella di venerdì 40 minuti circa) si arriverebbe a 1.200 minuti. Facciamo i calcoli? Sbobinare costerebbe dai 2.400 a 6.600 euro. E siamo ben lontani dai 200.000 euro! Si potrebbe poi anche risparmiare il costo della sbobinatura se si continuasse a verbalizzare come ora e la registrazione venisse utilizzata solo per un eventuale verifica a seguito di contestazioni. Probabilmente i 200.000 euro sono un errore di chi ascoltava o forse è stata presa in considerazione una video-registrazione in streaming? Sicuramente grazie alla registrazione delle sedute la trasparenza tanto declamata ne guadagnerebbe molto. La vera questione è: ma la maggioranza guidata dal Sindaco Cavallero vuole sul serio una registrazione puntuale delle sedute del Consiglio, con consiglieri che raramente intervengono e ti domandi che ci stanno a fare lì o preferisce andare avanti così, trasparenza ma non esageriamo?
Restiamo in attesa di vedere se verrà proposta la registrazione delle sedute e quanto tempo ci vorrà per un’eventuale risposta.
Annalisa Battù
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