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07 Febbraio 2019 - 10:27
Agguerriti e determinati; neri come la notte si muovono agilmente e attaccano al momento opportuno, proprio come il felino che li rappresenta. Sono gli aranceri della Pantera Nera.
La squadra, tra le più antiche del Carnevale, nasce come molte altre… in un bar. Precisamente, al Caffè Roma di Piazza di Città. E’il lontano 1965 quando un gruppo di giovani si ritrova, deciso a fondare una nuova squadra, piena di spirito e aggressiva in battaglia.
E quale miglior animale della pantera per impersonare questi ideali?
Il felino pare la scelta più adatta: è sinonimo di egemonia e di conquista territoriale.
A disegnare il simbolo che ancora oggi compare su gagliardetti e bandiere è Dino Petrossi, tra i fondatori. I nomi degli altri sono impressi nella memoria di tutti: Mario Paggi, Mario Zanotti, Beppe Telatin e Dario Regalio detto ‘Drago’.
La divisa progettata è nera: vuole essere elegante, come il manto della pantera, il cui muso viene riportato sulla schiena di ciascuna casacca.
Nel 1966, la squadra prende parte al suo primo carnevale. Ventidue gli iscritti.
Iniziano a tirare in Piazza di Città, poi in Piazza Ottinetti, quindi, per due anni, in Piazza F. Ferrando, dove nessun altro ha mai messo piede.
“Faceva freddissimo”, ci racconta Diego Cignetti, l’arancere più anziano che può vantare ben 52 carnevali alle spalle, ”la piazza era completamente all’ombra, arrivavano molti spifferi e in più aveva nevicato entrambi gli anni. Ci siamo quindi spostati in Piazza Rondolino, dove ancora oggi tiriamo.”
Dal 1975 al 1986 la Pantera Nera è la squadra più numerosa del Carnevale, molto amata dai giovani. Conta, infatti, 60 bambini.
Nel 1976 arriva la prima vittoria: primi assoluti per il tiro e per i colori della divisa. Un momento storico per le pantere che, nello stesso anno, conquistano anche il riconoscimento sul campo dell’’Arancia d’oro’.
Tra gli anni che hanno segnato la storia, poi, non si può dimenticare il 1995, quando, in occasione del trentennale di fondazione, con i ‘cugini’ dello Scorpione d’Arduino, la Pantera Nera organizza una festa in pompa magna in Piazza di Città con tanto di musica e laser a solcare il cielo disegnando i simboli delle due squadre, legate da un rapporto di reciproca amicizia.
Infine, il 2005, l’ultima vittoria ottenuta per la combattività.
“E’ tanto che non vinciamo”, commenta lo storico presidente Renato Colorio, “ma siamo prossimi. L’anno scorso siamo arrivati secondi…”. Colorio, classe 1958, di origini veneziane ma trasferitosi da piccolo ad Ivrea, è a capo delle pantere da ben venticinque anni, ovvero dalla fondazione dell’Associazione. Ci racconta, infatti, che “sebbene la squadra sia nata nel 1966, non ha mai avuto una vera e propria figura di riferimento fino a quando non è nata l’associazione”.
“All’inizio”, prosegue, “eravamo solamente in 36. L’anno scorso, siamo arrivati a 706 e quest’anno saremo in 900. Stiamo vivendo una crescita esponenziale. Negli Anni Settanta eravamo numerosi: con 200 persone, superavamo tutte le altre per numero di iscritti. Poi, abbiamo subito un calo a causa di qualche dissidio interno, ma ora stiamo di nuovo aumentando”.
A coordinare tutte queste pantere, ci pensa un agguerrito direttivo che Colorio ci dice essere formato da undici persone. “E’ piuttosto ristretto, non amiamo direttivi composti da molta gente. Tuttavia le decisioni vengono prese collettivamente”.
Tra queste decisioni, una grande attenzione viene sicuramente riservata alla filata e all’imbandieramento, particolarmente importanti per le pantere.
“Ci teniamo molto all’immagine della squadra. Negli ultimi anni abbiamo raddoppiato l’imbandieramento; abbiamo una mascotte peluche amatissima dai bambini; siamo gli unici, inoltre, da tre anni a questa parte, a realizzare dei manifesti murali per Ivrea. Scegliamo sempre un personaggio diverso e per questo Carnevale ci sarà Black Panther.”
“Lavoriamo sull’immagine perché è l’unica cosa migliorabile… Nel tiro siamo già i più forti, non possiamo far di più!”, ammette sorridendo.
E qualcuno aggiunge a gran voce: “Da noi non vedi tirare nessuno con la mano davanti alla faccia!”.
Per i guerrieri più valorosi, la squadra dà tre riconoscimenti diversi: la Pantera d’oro, per i quindici anni di battaglia, la Pantera d’argento per i dieci anni e il premio Mosca, assegnato agli aranceri che si sono maggiormente distinti per combattività e costanza, per chi è stato, appunto, ‘fastidioso come una mosca’ per i carri.
“Siamo dei combattenti. Siamo molto attaccati alla battaglia, per noi è il momento più importante”, sottolinea il presidente. “Una pantera deve avere grinta, aggressività e correttezza. Ogni squadra ha le sue caratteristiche… Ma chi viene da noi lo fa per combattere.”
Ma questi tenaci felini si rivelano anche molto attenti al sociale: “Il giovedì Grasso andiamo nelle scuole primarie e nel reparto pediatria dell’ospedale di Ivrea con la nostra mascotte per regalare qualche gadget e portare un sorriso. Ci teniamo”. Poche parole, concise, ma che tengono a dirci.
Sul Carnevale di quest’anno non si sbilanciano: “Faremo cose molto grandi, di cui però non possiamo dare anticipazioni.”
Sicuramente ci sarà la possibilità di partecipare, come tutti gli anni, al pranzo in Piazza Rondolino, preparato dai cuochi e dalle ragazze dello staff per tutti e tre i giorni di tiro, oltre a scatenarsi in piazza il sabato sera. Un modo per coinvolgere anche chi, visti i numeri ristretti imposti, non potesse partecipare alla sfilata.
E allora cosa aggiungere? “Alé Carlevè, Pantere olè olè olè”.
Diego Cignetti, Pantera Nera da 52 anni
Diego Cignetti, che compirà sessantacinque anni a maggio, è la Pantera Nera tirante più anziana della squadra. Con ben cinquantadue carnevali alle spalle, è di certo una pietra miliare del gruppo.
“Ho iniziato a tredici anni”, ci racconta, “ho sempre tirato nelle pantere e smetterò con le pantere. Quando non avrò più la forza di farlo non andrò in piazza. Non credo sarò in grado di stare a guardare…”, ci confida, leggermente emozionato.
“Ricordo ancora il primo anno di tiro: Dino Petrossi - il primo capo delle pantere - mi ha preso sotto il braccio dicendomi ‘vieni che ti insegno a tirare le arance!’”.
“La Pantera Nera è nata come una squadra abbastanza violenta”, ci spiega, “e questo ci ha penalizzati. Negli anni ho visto il gruppo cambiare sotto molti aspetti ma lo spirito è rimasto lo stesso dell’origine: combattivo”.
Tra i momenti più spettacolari che ricorda, un posto di primo piano è occupato dalla storica sfilata del sabato sera del 1981 quando, tra lo stupore e l’entusiasmo collettivo, la squadra portò due pantere in carne ed ossa in giro per la città. Un colpo di scena che venne ripetuto anche l’anno successivo. Qualcosa di tanto spettacolare quanto impensabile per il Carnevale di oggi. “Una volta la mentalità generale era diversa”, conclude, “la gente era più inquadrata… Durante la sfilata potevamo addirittura portare delle torce. Era tutto più ufficiale e serio”.
L’Angolo del Guerriero: il saluto giallo nero di Piazza Rondolino
Lo squadrone delle pantere, molto unito su tutti i fronti, lascia però anche spazio ad alcuni sottogruppi interni. Questi sono i Manetta, le Queens, i Progenia, l’Angolo del Guerriero e la Periferia Sud.
Il più storico fra tutti è sicuramente l’Angolo del Guerriero. A parlarcene è uno dei fondatori, Simone Vetrano. “Siamo nati nel 2003”, racconta, “e i fondatori erano tutti originari di Samone. Una compagnia di amici, per la verità, che durante il tiro si ritrovava all’uscita di Piazza Rondolino. Un giorno ci siamo detti ‘creiamo un gruppo’. E così è stato”.
Il nome scelto fa rifermento proprio alla peculiare zona di tiro, all’ ‘angolo’ che i carri devono percorrere uscendo da Piazza Rondolino.
“In origine il gruppo era abbastanza ristretto e contava dieci persone. Ci vedevamo tutto l’anno e facevamo Carnevale con una certa logica: l’obiettivo era sempre il tiro delle arance, poi la festa. Oggi, invece, complice anche l’aumento degli iscritti alla squadra, il numero è salito a trentanove. Il ritrovo, però, è sempre a Samone, o, talvolta, nella sede della squadra”.
‘Periferia Sud’: tutto nacque da una scritta su un megafono
Passiamo ora al gruppo più allegro della Pantera Nera: la Periferia Sud. Nato dieci anni fa, consta di ben sessanta persone, di cui principalmente giovani.
“Quando abbiamo iniziato, nel 2010 eravamo in sei”, ci dice Mattia Bergantin, referente del gruppo. “Una sera, durante la sfilata, ho scritto su un megafono ‘Periferia Sud’ “, racconta, “perché eravamo tutti giovani ragazzi di ventitré-ventiquattro anni provenienti dalla periferia sud di Ivrea. E da lì è nato tutto”.
“La festa, per noi, ha la precedenza sul tiro”, ci dice, “ogni anno diamo un premio alcolico al ragazzo che beve di più durante il Carnevale. La regola vuole che, il vincitore, partecipi alla cena di chiusura in ciabatte gialle.”
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