Cerca

IVREA. Domani i funerali di Don Beppe Scapino, ex direttore del Risveglio Popolare. Era originario di Caluso

San Giovanni Ivrea
Il rosario è stato recitato questa sera nella sua chiesa parrocchiale di San Giovanni e nella chiesa parrocchiale di Caluso. I funerali di don Beppe Scapino saranno invece celebrati domani, sabato 24 settembre alle 10 nella chiesa parrocchiale di San Giovanni. 
Don Beppe Scapino Don Beppe Scapino
Don Giuseppe Scapino, per tutti don Beppe,  è morto mercoledì 21 settembre. Nato a Caluso il 13 febbraio 1944 era stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1968 e aveva festeggiato le nozze d’oro sacerdotali nel 2018 e fu quella un’occasione per parlare con la sua comunità di fedeli, per aprirsi. “Ho sempre saputo che la mia vocazione era quella pastorale; fin da bambino ho vissuto a contatto con la Chiesa: in famiglia avevamo già un sacerdote, mio padre era molto praticante ed io servivo da chierichetto la domenica”, ci disse don Beppe in una intervista. “Dopo il Liceo Classico, ho frequentato il Seminario ad Ivrea”, continuò il parrocco, “e la mia famiglia ha sempre appoggiato la scelta di cui ero convinto”. Conclusi i quattro anni di formazione e ricevuta l’ordinazione sacerdotale, don Beppe si trasferì in Belgio, dove studiaò sociologia all’Università Cattolica di Lovanio. E sono anni che ricordò con piacere per “il clima culturale molto vivace e aperto al dibattito, ancora non così radicato in Italia”.
Domenica 24 giugno 2018. Dopo la santa messa il quartiere San Giovanni si strinse intorno a don Beppe Domenica 24 giugno 2018. Dopo la santa messa il quartiere San Giovanni si strinse intorno a don Beppe
Rientrato ad Ivrea venne nominato segretario di Mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito della diocesi eporediese, per poi diventare cancelliere vescovile. Nel 1979, iniziò la sua missione nella parrocchi di San Giovanni, in un quartiere in condizioni di forte precarietà. Lo ricordò lui stesso: “La chiesa non era ancora stata costruita, perciò il catechismo si teneva nelle cantine delle case e celebravo la messa nei saloni condominiali o nell’attuale sala Auser destinata agli anziani”. “Oggi - disse nel cinquantenario - il Vangelo è più che mai sconosciuto e la società va scristianizzandosi poiché la Parola di Dio rappresenta per alcuni un’utopia, per altri un intralcio all’individualismo sempre più dilagante”. In risposta a questa situazione, don Beppe mise al centro la comunità e la riscoperta dei valori di solidarietà e speranza.  “In questo processo, i giovani devono avere un ruolo trainante verso i loro coetanei e non temere di testimoniare la propria fede in un mondo sempre più laico”. Ccruciale la figura guida del sacerdote che deve essere prima di tutto un abile comunicatore, pronto ad accogliere chiunque abbia bisogno anche solo di una parola di conforto… ed in questo don Beppe rappresentò un modello autentico, pronto a conciliare la sua missione pastorale con le nuove esigenze perché “essere preti non è un privilegio ma una forma di servizio”. Originario di Caluso, tra i tanti incarichi anche quello di direttore del settimanale diocesano “Il Risveglio popolare” che guidò per 8 anni con acume, intelligenza e un pizzico di intransigenza. Sarà sepolto nel cimitero di Caluso. Lascia la sorella Emma con la famiglia, il nipote Davide, e i fratelli Franco e Corrado, quest’ultimo già sindaco di Caluso, assessore provinciale all’ambiente e attuale presidente dell’Enoteca regionale dei vini della provincia di Torino.   Al posto dei fiori gradite offerte alla parrocchia di San Giovanni. 
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori