Celebra il mito di Gigi Meroni, il calciatore artista, che disegnava gli abiti che indossava e dipingeva quadri, scomparso a soli 24 anni e rimasto nel cuore dei tifosi del Torino e non solo per il suo spirito anticonformista. Ma 'La farfalla granata', il tv movie presentato al Prix Italia di Torino e destinato ad approdare in autunno sugli schermi di Rai1, è soprattutto una storia d'amore, quella clandestina con Cristiane Udestadt, costretta dalla famiglia borghese a sposare un uomo molto più vecchio di lei, che non amava. La fiction di Paolo Poeti, prodotta da Rai Fiction e Goodtime e tratta dall'omonimo libro di Nando Dalla Chiesa, racconta la passione tra la ragazza delle giostre, conosciuta in un bar, quando agli inizi Meroni giocava nel Genoa e il calciatore dall'incerto futuro, non ricoperto d'oro come i colleghi di oggi. Cristiane, scappata dal marito rischiando la prigione per adulterio, riesce a ottenere l'annullamento dalla Sacra Rota. La tragedia però si consuma prima dell'agognato matrimonio: Gigi viene travolto e ucciso nel pieno centro di Torino. Era il 15 ottobre 1967, a guidare l'auto il futuro presidente granata Attilio Romero. La fiction si chiude sull'ultima partita di Meroni, subito prima della tragedia. Torino-Sampdoria: Gigi segna un rigore, avviando la rimonta dei suoi, ma si infortuna e passa il testimone ad un giovanissimo Aldo Agroppi. ''Non aver paura - gli dice -, ma gioca e divertiti, perché il calcio è il gioco più bello del mondo''. Il sipario cala sulla standing ovation del pubblico e poi sullo sguardo innamorato di Cristiane. ''Celebrare la storia d'amore era la chiave giusta - spiega il regista -. Fare scene di calcio vero e giocato è complicatissimo. E' la storia di una generazione vista con gli occhi dei giovani protagonisti. Meroni fu un precursore di quello che successe subito dopo''. Il riferimento è al '68: lo chiamavano 'Il quinto Beatles' per il suo stravagante modo di vestire, la stampa lo criticava perché capellone. ''Era un ribelle, ma non come i giocatori di oggi. Neanche come George Best. E' rimasto nel mito per il suo coraggio: frequentare una donna sposata allora era un atto enorme'', sostiene il protagonista Alessandro Roja, già Dandy in Romanzo Criminale. Ad interpretare Cristiane è Alexandra Dinu: ''Ho avuto modo di sentirla al telefono - racconta -. Ho pensato che non fosse necessario creare un personaggio identico a lei, ma raccontare le sue emozioni, i suoi sentimenti''. ''E' la storia dell'idolo di una generazione - aggiunge Dalla Chiesa -. Per me Meroni è stato un mito, per il suo modo di stare in campo e per la capacità di infrangere le regole tutte insieme in una vita breve''.
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