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17 Maggio 2017 - 13:05
Luigi Cigna con la Deaf Champions League (foto facebook Pok Athens)
Finale di stagione indimenticabile e assolutamente da incorniciare per Luigi Cigna, che la scorsa settima ha vissuto un weekend frenetico ma ricco di emozioni. Sabato 6 maggio il 25enne ciriacese ha infatti sollevato al cielo di Larissa, in Grecia, la Deaf Champions League (massima competizione continentale riservata ai calciatori non udenti), mentre il giorno successivo ha conquistato a Ciriè la qualificazione ai playoff di Prima Categoria con la maglia dell’Esperanza, società per cui milita da questa stagione sportiva. Muratore di professione e attaccante con uno spiccato fiuto per il gol, Cigna nel corso della sua carriera calcistica ha vestito le casacche di Lascaris, Venaria, Gabetto e San Maurizio Canavese (con cui l’anno scorso ha vinto, da protagonista, il campionato di Prima Categoria), ma anche quella del GSS Torino e la prestigiosa maglia azzurra della Nazionale Italiana Sordi, con la quale ha disputato un Europeo e un Mondiale. E proprio grazie alle prestazioni sfoderate in Nazionale Cigna è stato adocchiato dalla dirigenza del Pok Athens (società della capitale greca, fondata nel 1997) che lo ha ingaggiato per disputare tra le sue fila la fase finale della Deaf Champions League, svoltasi a Larissa dal 30 aprile al 6 maggio e vinta dai greci grazie al 3-2 rifilato nella finale all’Istanbul Sessizler. Cigna ha trascinato i compagni disputando cinque partite in sei giorni e non lo ha fermato nemmeno una caviglia malconcia. Anzi. Dopo aver festeggiato la terza Deaf Champions League nella storia della società ateniese, il 25enne è ripartito alla volta dell’Italia e di Ciriè, dove domenica 7 maggio è sceso in campo giocando tutti e 90 i minuti nel 4-0 contro la Pro Collegno che è valso all’Esperanza il raggiungimento dei playoff.
Due traguardi pazzeschi, quelli raggiunti con sacrificio, impegno e dedizione da Cigna, che certificano come la passione per il calcio - e per lo sport in generale - possa abbattere qualsiasi barriera o disabilità. “Per me il calcio non è solo uno sport, un passatempo o semplicemente un gioco. È uno stile di vita, la mia passione più grande e senza di esso non riuscirei a vivere”, dichiarava Luigi in una intervista del passato. E a chi gli domandava se la sordità fosse stato un ostacolo per la sua predilezione più grande, lui rispondeva così: “Quando ero più piccolo sì perché comunque è una diversità e come tale viene vista dalla gente in malo modo. Crescendo, però, è stata una cosa positiva perché mi ha dato lo stimolo di poter diventare quello che sono. In ambito calcistico purtroppo sì, è stato un vero e proprio ostacolo anche per la mia carriera, perché credo che se fossi stato ‘normale’ ora giocherei a livelli molto più alti”.
Il futuro di Cigna è ancora tutto da scrivere, proprio come il finale di una stagione già memorabile.
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