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17 Maggio 2017 - 09:30
Questa volta l’impresa non è riuscita e a distanza di un anno il Settimo si ritrova dalla parte opposta, costretto a mandare giù una retrocessione a cui nessuno era davvero pronto. Il destino volta infatti le spalle alle violette, colpite al 95’ del playout da un Pavarolo che sbanca il ‘Levi’ per colpa di un errore di Dinaro. L’uscita a vuoto del portiere condanna in maniera definitiva il Settimo, rispedito in Promozione dopo due stagioni di sofferenza costante. A gioire è il Pavarolo che si conferma una bestia nera per le violette, incapaci di battere i collinari in stagione. L’antipasto del playout era stato già consumato due settimane fa nell’ultimo turno di campionato, con il Settimo che in quella occasione non era andato oltre un pareggio per 1-1. Un altro segno “X” in schedina sarebbe bastato alle violette per raggiungere l’obiettivo salvezza, invece, quando l’incontro sembrava ormai destinato a protrarsi ai tempi supplementari, ecco l’episodio che fa da spartiacque all’epilogo stagionale, mai così amaro.
L’amarezza di Viola
Il più coinvolto a livello emotivo è senza dubbio Cristian Viola. Uomo simbolo e capitano da giocatore e ora allenatore di un Settimo che rappresenta per lui una seconda casa: “Purtroppo questo finale rispecchia la nostra stagione. Dispiace soprattutto per i miei ragazzi che hanno dato tutto quello che potevano dare - confessa il tecnico -. Si sapeva che si sarebbe risolta per un episodio, non si è visto molto calcio sia per il tipo di partita sia per il campo. Noi abbiamo avuto diverse occasioni ma non le abbiamo sfruttate. E loro purtroppo hanno capitalizzato sull’unico nostro errore. Fa molto male perderla così, al 95’ e in superiorità numerica, ma questo è il calcio”. Viola è visibilmente affranto e toccato da una retrocessione per la quale si sente l’unico responsabile, pur non essendolo affatto: “Voglio troppo bene a questi colori e a questa società. Il dispiacere è ancora più grande perché per me è diverso: sono qui da vent’anni e l’Eccellenza l’avevamo conquistata alla mia ultima stagione da giocatore. È una mazzata tremenda. L’anno scorso abbiamo fatto un miracolo, quest’anno ci abbiamo riprovato ma per tantissimi motivi non è andata come doveva andare. Ho detto ai ragazzi che in queste partite l’importante è finire senza avere rimpianti e così è stato. Ci sarebbero tante cose da dire ma non rispecchia il mio modo di essere - prosegue Viola -. Per fare questa categoria bisogna essere attrezzati. Mi prendo tutte le responsabilità: se c’è una persona che dovrà pagare sarò io. Non è colpa di Dinaro, né di nessun altro; sono arrabbiato con me stesso perché non ho raggiunto l’obiettivo. Non rinnego le scelte fatte ad inizio anno, ho voluto andare avanti, e mi assumo le responsabilità. Futuro? Sono in debito con la società per questa retrocessione e per la possibilità che mi ha dato di allenare il Settimo, la mia seconda pelle. Parleremo con la società e decideremo insieme, ma adesso sono frustrato”.
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