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08 Novembre 2016 - 15:24
Roberto Ramacogi, direttore generale del Caselle
Fa ancora discutere, a Caselle, l’esonero del tecnico Mario Gentile da parte del presidente Pertosa, avvenuto un giorno prima della gara (poi persa) contro la Nolese. A detta dei ben informati - e dello stesso Gentile - il motivo scatenante è stata l’esclusione del figlio del numero uno rossonero, Alessandro, dalla lista dei convocati, anche se Pertosa sostiene sia una “polemica sterile”, che la questione ha inciso in maniera irrisoria e che “le motivazioni dell’esonero sono sotto gli occhi di tutti”. Quello che però non è chiaro è come mai l’allontanamento del tecnico sia avvenuto prima e non dopo una partita che avrebbe addirittura giustificato la decisione del presidente. Un comportamento che non è piaciuto al direttore generale del Caselle, Roberto Ramacogi, il quale si era interrogato sulla possibilità di rassegnare le dimissioni: “Né io né il vicepresidente Bruno Giordano siamo stati coinvolti nell’esonero del mister, è una decisione unicamente di Pertosa che non mi trova d’accordo”, il primo commento di Ramacogi, che poi proseguiva: “Mi chiedo cosa ci sto a fare qui a queste condizioni. Evidentemente sono un semplice parafulmine, un risolutore di problemi”. Uno sfogo legittimo, quello del dg rossonero, il quale dopo una attenta riflessione e, soprattutto, dopo un confronto diretto con Pertosa, ha deciso di restare in sella e proseguire il proprio mandato almeno fino al termine della stagione.
“Ho deciso di rimanere per il bene della società e di tutti quelli che si prodigano per essa. Mi sono confrontato con il presidente Pertosa e ho ribadito il mio pensiero: in questa vicenda sono stati sbagliati tempi e modi. Per me la situazione finisce qui, non sono certo un tipo rancoroso, tanto che mi sono già messo al lavoro per cercare il nuovo allenatore. In un anno - chiosa Ramacogi - credo di aver risollevato in parte le sorti del Caselle, costruendo da zero la struttura: dalla Scuola calcio fino alla Segreteria, occupandomi persino del bar. Rispetto a tutte le persone che ho coinvolto mi sarei sentito in grande difficoltà a fare un passo indietro”.
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