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CALCIO. San Gallo, una raccolta firme per avere più considerazione

La pazienza ha un limite e in casa San Gallo sembrano averlo definitivamente superato. Colpa di un’Amministrazione Comunale che non sembra interessarsi - al di là delle dichiarazioni di facciata - ai problemi della società calcistica, la quale da mesi prova a farsi sentire reclamando maggiore spazio per consentire ai suoi tesserati di svolgere l’attività agonistica in maniera idonea. Nonostante i ripetuti tentativi il San Gallo non riesce ad avere alcun tipo di confronto diretto con le Autorità cittadine e la situazione ha contribuito ad alimentare ancor di più la protesta di una sessantina di famiglie che hanno organizzato una raccolta firme presentata in Comune dal presidente del San Gallo, Fabio Cristiano. Le famiglie in questione sono quelle dei bambini nati dal 2002 al 2004, da questa stagione costretti a spostarsi a Torino (sui campi dell’Ardor) per disputare le partite casalinghe, non avendo a disposizione nessun impianto sul territorio settimese. “Le famiglie hanno detto basta e mi hanno chiesto urgentemente un incontro con l’Amministrazione - commenta Cristiano -, in particolare con l’Assessore allo sport Antonello Ghisaura che, nonostante i molteplici colloqui con la nostra società, e promettendo di rivalutare la riorganizzazione degli spazi comunali e delle tariffe, ad oggi non ci ha dato la possibilità di discutere per provare a risolvere la situazione”. Gli fa eco il vicepresidente del San Gallo, Luca Gigliotti: “Le famiglie sono stufe di essere prese in giro e si aspettano una convocazione a breve: se non dovessimo avere risposte manifesteremo la nostra protesta alla prima occasione possibile, direttamente in Comune”. Chiaro anche il pensirero delle famiglie dei giocatori del San Gallo: “È scandaloso che i nostri figli non possano giocare a calcio nella nostra città e in particolare negli spazi comunali liberi a tutti - racconta una rappresentanza di genitori -. Ancor più vergognoso è il fatto che, nonostante gli sforzi, nessuno abbia voluto sentire la nostra voce e comprendere il nostro disagio”.

I vertici del San Gallo sono in attesa di un incontro con l’Amministrazione dal giugno scorso, come ricorda il presidente Cristiano: “Fino ad oggi le Autorità hanno sempre rimandato senza motivo. Vorrei ricordare che il San Gallo non si occupa solo di Scuola calcio, ma svolge anche attività sociali, accogliendo anche famiglie meno agiate che non trovano spazio in nessun altra realtà sportiva settimese. Mi sembra irriguardoso negare la possibilità di poter svolgere una normale attività calcistica, costringendoci sempre ad enormi sacrifici logistici ed economici che le famiglie non vogliono più sopportare”. Il vicepresidente Gigliotti dichiara inoltre di aver fatto il possibile per sbloccare la situazione relativa ai campi: “La società ha fatto tutto quello che era necessario per risolvere bonariamente la situazione, sia con l’Amministrazione Comunale che con le altre due realtà che hanno in gestione gli impianti sportivi (Settimo e Pro Settimo Eureka, ndr) le quali purtroppo ci hanno chiesto cifre spropositate per l’affitto dei campi, applicando le tariffe imposte dal Comune che, nella persona dell’Assessore Ghisaura, ci aveva promesso che sarebbero state rivalutate. Nonostante questo il San Gallo cercherà di mantenere le promesse fatte ai genitori, di far giocare e allenare i ragazzi tutto l’anno a spese nostre, contribuendo anche a rimpinguare le casse del Comune di Torino e non quello di Settimo, come forse sarebbe invece più logico fare”.

La chiusura è nuovamente affidata a Fabio Cristiano, il quale si interroga su alcuni aspetti preoccupanti: “Abbiamo colto tanto malumore nelle famiglie al punto di rischiare di perdere i nostri tesserati già a dicembre. Mi chiedo a cosa serva fare del bene, accogliere i ragazzi della nostra cittadinanza e poi sentirsi dire che non ci sono le possibilità di farli giocare e divertire? Perché chi ha dei veri progetti sociali, educativi e sportivi, con dei sani principi, deve essere messo in secondo piano solo perché ha meno storicità rispetto alle altre società? I genitori e la società si sono addirittura sentiti dire che una terza società a Settimo è di troppo - rivela il presidente del San Gallo - e che ci faranno da tappo per la nostra crescita. Mi chiedo se questi siano comportamenti normali da parte di un’Amministrazione Comunale. Nonostante ciò abbiamo aumentato del 40% il numero degli iscritti, a testimonianza che evidentemente a Settimo una terza società calcistica serve eccome”.

Quesiti più che legittimi, che mertiterebbero una risposta da chi di dovere.

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