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CALCIO. San Gallo: “Chiediamo più attenzione alle Autorità”

Dopo aver trascorso un intero anno in silenzio, scegliendo di muovere i primi passi esclusivamente con le proprie forze, l’A.S.D. San Gallo ha deciso di uscire allo scoperto, chiedendo a gran voce ciò che, invece, le spetterebbe di diritto. Ovvero strutture adeguate per permettere ai propri tesserati di svolgere in maniera consona l’attività calcistica. I numeri del sodalizio sono sotto gli occhi di tutti e non fanno che aumentare col passare dei mesi: ecco perché la Scuola calcio settimese necessita di nuovi spazi sul territorio. Sin dalla sua nascita la società ha svolto tutta l’attività sui campi privati della Star Five in via Rosa Luxemburg 5 che, però, da questa stagione non sono più idonei per il regolare svolgimento delle attività di tutte le categorie; in particolare di tre annate che avranno la necessità di disputare allenamenti e partite casalinghe su campi a 11 di cui la struttura di via Rosa Luxemburg è sprovvista.

Dopo essersi rivolta invano al Comune, la società ha dovuto chiedere ospitalità - previo pagamento - all’Ardor Torino, che metterà a disposizione del San Gallo il suo campo di via Fattorelli in zona Bertolla. “Nonostante una richiesta fatta nel novembre scorso per l’utilizzo di campi e spazi sul nostro territorio, ad oggi non abbiamo né un campo né tantomeno un aiuto economico da parte del Comune - puntualizza Luca Gigliotti -. Siamo costretti ad allenarci e giocare a Settimo su un campo privato a nostre spese e addirittura a spostarci con 60 famiglie e tre squadre all’Ardor Torino, ovviamente a pagamento, sborsando però meno della metà rispetto alle tariffe ‘agevolate’ proposteci dall’Amministrazione comunale e dalle altre due società settimesi che, invece, non spendono un euro per la gestione dei campi comunali. Tutto questo per un giorno alla settimana e due partite mensili per ogni categoria”. Lo sfogo del vicepresidente del San Gallo è quanto mai legittimo, a maggior ragione se si pensa che lo scorso giugno l’associazione sportiva ha presentato in Comune un progetto preliminare per la richiesta della concessione di utilizzo del campo sportivo “Walter Guerra”: l’impianto compreso tra via Amendola e via della Repubblica, gestito attualmente dal Settimo Calcio ma per il quale il San Gallo ha in cantiere una vera e propria riqualificazione di tutta l’area, con la sistemazione del campo in erba a 11, la realizzazione di un campo a 5 in erba sintetica, di nuovi spogliatoi, una tribuna e una struttura polivalente contenente segreteria, uffici, magazzini, bar e area giochi. Un progetto senza dubbio ambizioso, in merito al quale il Comune non si è però ancora pronunciato.

“Le istituzioni non possono più fare finta di niente e pensare che esistano soltanto le altre due realtà calcistiche”, diceva il presidente Cristiano a giugno. A distanza di mesi il pensiero della società non è per nulla mutato. Anzi. “Come tutti sanno i 4 campi comunali li hanno in gestione Settimo e Pro Settimo Eureka, ma come Scuola calcio e con i progetti sociali che stiamo sviluppando abbiamo diritto anche noi ad usufruirne - sottolinea Gigliotti -. Ci aspettavamo un aiuto diverso e un altro tipo di trattamento, visto che per un anno non abbiamo chiesto niente a nessuno. Nonostante il progetto presentato per la riqualificazione urbana dell’area di via Amendola, con investimento totalmente a carico di privati, ad oggi non siamo ancora stati presi in considerazione”.

L’Amministrazione ha rimandato tutto a febbraio 2017, quando potrebbe esservi la possibilità, per il San Gallo, di partecipare ad un bando per la riqualificazione di quell’area. “L’unica cosa che mi chiedo è: a parte la storicità degli altri due sodalizi settimesi, quali siano le motivazioni per cui il San Gallo non debba essere trattato come loro per la divisione degli spazi? - si interroga Fabio Cristiano -. Devo ringraziare tutti i genitori dei nostri tesserati per i sacrifici economici e logistici che sono costretti a fare e per la fiducia che ci rinnovano quotidianamente per far giocare e divertire i propri figli. Sono vicini alla società e sperano presto di vedere e conoscere i motivi per cui sono costretti a vivere questo disagio ingiustificato. La mia non vuole essere una polemica fine a se stessa, ma è un cercare di spronare le Autorità locali a dare più attenzione a quei sodalizi che non vivono di solo calcio, ma anche di progetti umani e sociali utili alla collettività. È paradossale che nel 2016 non si riescano a trovare 6 ore settimanali per far allenare e giocare 60 ragazzi su un campo di calcio comunale a Settimo Torinese”.

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