Come un fulmine a ciel sereno (o quasi) le strade di Gino Pelella e del Settimo si dividono in maniera definitiva. Il direttore generale delle violette ha infatti rassegnato le proprie dimissioni, comunicate al consiglio direttivo del sodalizio tramite una lettera nella quale viene motivata la decisione (irrevocabile). A poche settimane dal termine di una stagione che potrebbe riportare il Settimo nell’olimpo del calcio piemontese, Pelella sbatte dunque la porta, deluso dalla gestione societaria del presidente Emiddio Ursillo. «In una società bisognerebbe pensare solo a fare calcio - dice Pelella -, invece al Settimo ormai il calcio è passato in secondo piano». Questo il principale motivo dell’addio, dopo 17 anni di militanza nelle file della società di via Primo Levi. Sempre dietro le quinte ricoprendo tutti i ruoli, fino al luglio 2013, quando Pelella si adoperò in prima persona per evitare al Settimo il fallimento e fu decisivo nel passaggio di consegne tra Lovera e Ursillo, portato in società proprio da Pelella. Un idillio che sembrava destinato a durare in nome di un progetto che avrebbe dovuto avere la crescita del Settimo come punto focale. Invece qualcosa si è rotto e Pelella ha preferito farsi da parte. «Non mi accontento della poltroncina a qualsiasi costo: credo nella correttezza e nella serietà delle persone. Ringraziando Dio ho un bel lavoro e non ho bisogno di vivere con il calcio. È una grande passione e avrei voluto continuare a viverla come tale, ma non è più possibile. Ritengo che non ci siano più le condizioni, né concrete prospettive per una futura crescita della società. Le mie dimissioni dal Settimo non significano lasciare il mondo del calcio. La mia intenzione è di proseguire in questo mondo e non è detto che possa farlo altrove o magari sempre a Settimo. Potrei anche fondare un terzo polo cittadino; c'è già un imprenditore (che era intenzionato anche a rilevare il Settimo, ndr) che mi seguirebbe e sarebbe disposto a fare il presidente». Le dimissioni di Pelella, giunte al consiglio direttivo nella serata di venerdì 11 aprile, arrivano in un momento delicato della stagione. «Ho affrontato questa annata - conclude Pelella - con la certezza di poter realizzare il programma concordato e sottoscritto in consiglio. Man mano che si andava avanti, tuttavia, ho preso atto che la quasi totalità degli impegni presi non ha avuto seguito, non certo per volontà mia. Ho potuto valutare giorno dopo giorno la lenta ma progressiva degenerazione della situazione e vedere così il Settimo è come ricevere una pugnalata. Ringrazio il Settimo Calcio che molto mi ha dato in questi ultimi anni di attività e con esso tutti coloro i quali si sono confrontati lealmente con me e con cui ho condiviso la vita sociale». Pur senza mai citarlo il dg dimissionario chiama in causa il numero uno delle violette, il quale non immaginava una simile presa di posizione: «Non mi aspettavo assolutamente queste dimissioni - confessa il presidente Ursillo -, ma se lui è felice così... Siamo una società libera e democratica e se Pelella ha deciso di andare via non posso certo fermarlo. Come si dice: morto un Papa se ne fa un altro». Per quanto riguarda invece il progetto sportivo, Ursillo ribatte: «La società sta crescendo con tutte le categorie, è sotto gli occhi di tutti, non so quale tipo di progetto avesse in mente lui. Siamo primi in classifica e in semifinale di Coppa Italia con la Prima Squadra, la Juniores è arrivata seconda nel proprio girone e gli Allievi '98 sono primi. Forse Pelella voleva arrivare in Champions League, o forse era più contento l'anno scorso quando eravamo ultimi con tutte le squadre». C’eravamo tanto amati...
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