Già lo paragonano a Luca Toni, approdato tardi pure lui in Nazionale, poi diventato campione del mondo: "Siamo diversi come percorso di carriera ma proverò a ispirarmi a lui per cercare di far bene" dice Graziano Pellè, uno dei volti nuovi dell'Italia di Conte anche se ha 29 anni e giocato nell'Under 20 e 21. Però è accaduto 7 anni fa. "Ho dovuto fare un giro lungo prima di ritrovare la strada giusta - racconta l'attaccante del Southampton, 4 gol in 7 partite al debutto in Premier - Vivo un'emozione speciale anche se credo di essermela meritata, di gol ne ho fatti". Il suo motto lanciato via web è chiaro: lottare fino alla fine consente di avere le tue chance. "Io ne sono la dimostrazione. Mi piace chi non molla davanti alle prime difficoltà. Sono un ragazzo positivo, di rado accuso gli altri se le cose non girano per il verso giusto. Quindi se è passato molto dall'ultima volta in azzurro è stato solo per colpa mia". Alle voci secondo cui Prandelli da ct non lo chiamò per i rapporti tesi con l'ex ds viola Corvino, padre del suo agente, Pellè replica: "Non credo sia dipeso da questo. In ogni caso ora sono qui, meglio tardi che mai. Peraltro sono alla piena maturità fisica e mentale, ho superato certi difetti e migliorato certe doti. Ed è stato importante sentire sempre più la fiducia degli allenatori". A partire da Van Gaal: "Per carattere si avvicina a Conte, Koeman è più tranquillo". Mai avuto rimpianti di aver lasciato l'Italia anche se in passato ci sono stati contatti con la Fiorentina: "Bello fare esperienze all'estero, a Immobile ho detto di stare sereno, all'inizio non è mai facile ma fuori si vive il calcio senza troppe tensioni. E ci sono più soldi. Quello italiano tornerà il più bello quando si miglioreranno gli stadi e noi italiani smetteremo di lamentarci troppo". Su Balotelli, suo rivale dopo l'arrivo a Liverpool: "Cercano sempre a punzecchiarlo ma lui deve pensare ora a resettare e stare tranquillo. Lavori al massimo come dice il suo tecnico e si toglierà grandi soddisfazioni". Azzarda pronostici: "La classifica finale in Premier? Southampton, Chelsea e Manchester City. Il re dei goleador? Il sottoscritto, dietro Diego Costa e Taric, mio compagno di squadra". Ma Pellè non è solo bravo a far gol, anni fa è stato campione italiano di ballo latino americano. "Avrei potuto fare 'Ballando con le stelle' - sorride - E' una passione di famiglia, di mia madre e poi di mia sorella cui serviva un partner per allenarsi, allora da bambino mettevo i tacchi per poter ballare con lei. A 12 anni dovevo fare una scelta. Scelsi il pallone, mia mamma capì anche se mi piace ancora ballare. Mai saltato gli allenamenti per farlo, ma quando lasciavo il campo indossavo frac e papillon". Ama il look anni '60: "Uno stile che emana rispetto. Parecchi ragazzi lo hanno apprezzato". Non a caso, quando il Feyenoord con cui ha segnato 50 gol in campionato gli ha chiesto di fare un dono per il museo, Pellè ha lasciato il suo gel.
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