L'importanza di chiamarsi centravanti. Roberto Mancini non lo dice a voce alta, ma forse ieri a Erevan più che la quinta vittoria di fila nella corsa a Euro 2020 ha trovato il giocatore che gli mancava: un 9 vero. Andrea Belotti di gol vive, e la doppietta di ieri lo consolida in testa alla corsa al posto da titolare per il ruolo più in crisi degli ultimi passaggi azzurri, dal Mondiale 2006 in poi. I due gol segnati all'Armenia sarebbero pure, a onor del vero, concessione Uefa, visto che il 3-1 era piuttosto autorete del portiere ma da subito la confederazione ha attribuito all'azzurro la marcatura, quasi un risarcimento in bianco per il terzo gol poi segnato ed annullato ingiustamente, nel finale. Quel che conta, a parte i numeri, e' pero' che nel meccanismo di palleggio e tecnica messo in piedi dal ct, in un anno di rifondazione di per sè proficuo, è comparso il giocatore che prende su di se le spalle dell'attacco e fa da terminale e tutte le giocate. "Ne ha segnati due ma ne ha sbagliati altri due", lo ha punto nel dopo partita Mancini, che evidentemente preferisce non dare per assodate le gerarchie sul panchinaro Immobile; "gli ho mandato un messaggino con scritto, 'bravo, quasi tripletta...'", ha sorriso oggi Urbano Cairo, dopo la passata stagione vissuta tra infortuni e cali di forma. Nel finale si campionato Belotti si era gia' riproposto alla ribalta del campionato, e in questa stagione, complice anche la preparazione anticipata per i preliminari di Europa Legue, si e' fatto "trovar pronto" all'appuntamento con la nazionale, per dirla con parole sue. Dopo Vieri e Inzaghi, tra 2002 e 2006, la nazionale aveva spesso faticato a trovare un 9 punto fisso. E nel tunnel dell'eliminazione da Russia 2018, uno dei dati piu' rilevanti era proprio la crisi delle punte azzurre: il goleador di quella nazionale era Chiellini. Stando ai numeri, neanche la propensione al gol dell'azzurro di Mancini aveva pero' invertito la tendenza: dei 21 segnati fino a ieri, la distribuzione ampia ne vedeva finora assegnati solo uno a Belotti, uno a Zaza, due a Quagliarella, Pavoletti, Kean. Cosi' ieri Belotti ha voluto mettere una firma su quella maglia simbolica, la 9: ha segnato, ha tirato, ha ciccato il pallone del possibile vantaggio, si e' creato lo spazio per il tiro da cui e' scaturito il rimpallo palo-portiere per il 3-1, ha insistito alla ricerca anche di un'altra rete, fino all'ultimo. "Ora non voglio fermarmi più", il suo messaggio da Erevan. Belotti e' salito a quota 7, come Schillaci, Signori o Prati, e a 25 anni ha ancora tempo per scalare la classifica dei marcatori azzurri. Al momento, sembra ancora lui favorito su Immobile anche per il doppio impegno ravvicinato di domenica. A Tampere, nella sfida alla Finlandia che può diventare in un match point anticipato per la qualificazione, la fatica non dovrebbe fermar il 'Gallo'. Mancini rinuncerà gioco forza a Verratti, tornato a Parigi per la squalifica e sostituito da Sensi; l'allenamento di stamattina a Erevan, prima della partenza per Tampere, e' servito a capire quanti degli altri titolari avranno bisogno di cambio, visto lo scarso ossigeno nei muscoli di questo inizio stagione. Il ct ha pochi margini a centrocampo, viste le difficolta' di Chiesa e Bernadeschi il secondo cambio potrebbe essere li' davanti.
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