L'Italia è carina, ma poco concreta e anche un po' sfortunata. E così i sogni europei (e olimpici) dopo la sbornia di euforia della vittoria con la Spagna si infrangono contro la muraglia polacca. Al Dall'Ara di Bologna, dopo aver battuto il Belgio nel match d'esordio, la Polonia centra i tre punti anche con gli azzurri, con un gol sugli sviluppi di una punizione a fine primo tempo e un catenaccio da partita in bianco e nero che però ha retto fino al triplice fischio finale. Con la vittoria della Spagna sul Belgio a Reggio Emilia, l'Italia, con una vittoria, si sarebbe garantita la qualificazione alle semifinali e il pass per Tokyo. Con la sconfitta la missione si fa complicatissima, ma non impossibile. Sarà indispensabile vincere sabato con il Belgio e poi sperare che la combinazione degli altri risultati regalino o il primo posto nel girone o lo status di migliore seconda. Una specie di sudoku che lascia, all'Italia di Di Biagio, un rammarico gigantesco, al termine di una partita dominata dall'inizio alla fine, con una montagna di palle gol creata eppure terminata con una sconfitta. Se domenica contro la Spagna l'approccio alla partita era stato complicato, con la Polonia Chiesa e compagni sono partiti nel migliore dei modi. Di Biagio ha cambiato quattro elementi (Cutrone, Orsolini, Bastoni e Adjapong, per Kean, Zaniolo Bonifazi e Calabresi) e l'Italia è andata vicina al vantaggio in almeno 4 o 5 occasioni: soprattutto con Chiesa, a concludere e a ispirare, ma anche con Cutrone, Pellegrini e Mandragora. La beffa è però arrivata al 40' del primo tempo quando la Polonia ha trovato la rete del vantaggio nell'unica occasione avuta: sugli sviluppi di una punizione dal limite calciata da Kowancki, Bielik è stato il più veloce a raccogliere per battere Meret. Punteggio totalmente bugiardo, ma che l'Italia pareva avere tutte le possibilità per raddrizzare. Di Biagio ha buttato dentro Kean, poi Tonali e Zaniolo, ma tutti i tentativi azzurri si sono infranti contro il catenaccio d'altri tempi della Polonia che per 45 minuti ha praticamente rinunciato ad attraversare la linea di metà campo. L'atteggiamento è stato molto conservativo e piuttosto insolito nel calcio del terzo millennio, ma si è rivelato efficace: l'organizzazione difensiva e il predominio atletico in area hanno permesso alla Polonia di respingere tutti gli assalti azzurri, grazie anche ad alcuni interventi provvidenziali del portiere Grabara e pure al palo, che alla mezzora della ripresa ha detto di no a Pellegrini. La Polonia ha così messo una seria ipoteca sulla qualificazione, che dovrà però concretizzare nella sfida finale contro la Spagna. All'Italia, invece, sarà necessario battere il Belgio e poi sperare che i pianeti si allineino.
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