''Dateci fiducia e non ve ne pentirete''. Questo lo slogan dei giovani azzurri pronti a rilanciare l'Italia e a dimostrare di meritare quello spazio e quella considerazione sempre più spesso preda dai calciatori stranieri, non tutti peraltro meritevoli come evidenziato dall'allarme lanciato ieri da Roberto Mancini. ''Il nostro commissario tecnico ha ragione, ci vuole in effetti più coraggio con i giovani, per mandarli in campo - ha commentato Marco Benassi, 24 anni che compirà il prossimo sabato - Io devo ringraziare Stramaccioni che mi fece esordire a 18 anni in A con l'Inter, è una fortuna per i giovani incontrare le persone giuste. Mentre il Torino 2 anni fa mi disse che non c'era più spazio per me così decisi subito di cambiare squadra''. Scelta premiata visto che il centrocampista è diventato da subito uno dei punti fermi della Fiorentina, ha appena riconquistato l'azzurro e guida a sorpresa la classifica marcatori del campionato con tre reti in due partite. Insomma in un reparto importante come il centrocampo in cui, ha detto Mancini, non mancano i problemi, ecco che Benassi può candidarsi a un ruolo di spicco. ''Sono pronto a dare il mio contributo'' ha ribadito. Lo stesso vale per Niccolò Barella, classe '97, ancor più giovane del collega viola tuttavia già leader del Cagliari e uomo-mercato che per adesso ha scelto di restare nella squadra della sua città rifiutando ogni proposta. ''Decisione condivisa con il club, a Cagliari mi sento a casa e ho ancora bisogno di crescere - dice Barella - per questo non chiamatemi leader. Però è vero che noi italiani che giochiamo dobbiamo cercare di alzare il livello e aprire la strada ai talenti più giovani che, vi assicuro, sono davvero tanti dopo aver seguito i nostri azzurri agli Europei Under 19''. Mancini crede molto in Barella come pure nel suo coetaneo Federico Chiesa, il figlio d'arte già fatto esordire a giugno, titolare inamovibile nella Fiorentina e destinato ad un posto fisso anche in azzurro. Lo stesso vale per Gigio Donnarumma che al di là degli inevitabili alti e bassi è il numero uno del Milan già da tempo ed è in predicato di ereditare in Nazionale il posto lasciato vacante da Buffon: ''Il nostro ct ha ragione, bisogna avere piu' fiducia in noi giovani, serve un po' il coraggio di mandarli in campo e dobbiamo noi essere bravi a dimostrare quel che valiamo - afferma a Rai Sport il portiere rossonero - Soprattutto dobbiamo farci trovare pronti quando arriva l'occasione, farci valere in partita ma anche in allenamento dimostrando al tecnico che sbaglierebbe a lasciarci fuori. Io futuro numero uno in Nazionale? Ci sono tanti ottimi portieri però la concorrenza dà tantissimi stimoli in più ed è una situazione che - ha concluso Donnarumma - sto vivendo anche nel Milan. Ma non è un problema come non lo sono le critiche: mi alleno sempre al massimo e guardo avanti''. Proprio ciò che intende fare la nuova Italia di Mancini che non a caso si allena, come è stato oggi, al ritmo della musica di Robbie Williams.
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