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CALCIO. Fenomeno Dybala, un pò Sivori un pò Messi

I gioielli non mancano alla Vecchia Signora del calcio. Ma adesso nessuno brilla più di Paulo Dybala, il giovane attaccante argentino ricco di talento e di carattere. Perfino Pogba in questo momento fatica a stargli a ruota, in fatto di popolarità. La 'Joya', il gioiello, appunto, sta attirando interesse in tutto il mondo e la sua quotazione di mercato sale vertiginosamente. Fa gola ai club più potenti ed ai 40 milioni pagati dalla Juve al Palermo bisogna aggiungerne almeno 20-30 per presentare un'offerta ragionevole. Per Zamparini ne vale molti di più, "cento milioni: Dybala è il giovane Messi".

Come sempre accade quando sboccia un fuoriclasse, i paragoni si sprecano. Molti lo vedono un nuovo Sivori - ma di sicuro non gli assomiglia nell'aspetto: Omar era, con Angelillo e Maschio, uno degli 'angeli dalla faccia sporca', per via dell'aria da scugnizzo, Dybala ha l'aspetto, i modi ed i toni del bravo ragazzo e del professionista che unisce genio e regolatezza. Ed anche sul piano tecnico le differenze non sono poche. Dybala come Sivori, pallone d'Oro nel 1961? Tra i primi a dirlo è stato Beppe Marotta, l'a.d. bianconero artefice del colpo di mercato che ha spiazzato le concorrenti. Ma i tentativi di paragone abbondano, gli addetti ai lavori si sbizzarriscono.

Josè Altafini, attaccante brasiliano che ha giocato nella Juve nel Napoli, oltre che nel Milan, lo accosta a "Messi, o forse Baggio, perché parte da lontano". A Giovanni Trapattoni ricorda Boniek: "Partiva palla al piede come fa Dybala. Zibì era un giocatore che trascinava, portava via tre o quattro giocatori.

Era più fisico, ma quando partiva non lo prendevi più come accade con Dybala". E lui che dice? "In Argentina mi dicevano tutti che assomigliavo ad Aguero e questo mi faceva piacere".

Alla fine, però, Dybala sarà solo Dybala, perché ogni grande campione è unico. Ed ormai non ci sono più dubbi che il ventiduenne argentino nato il 15 novembre del '93 a Laguna Larga, sia un autentico fuoriclasse. C'era una volta Tevez, un grandissimo attaccante, un trascinatore. Con Dybala così splendente sembrano passati anni da quando l'Apache ha salutato la compagnia bianconera. Ed in un colpo solo il '21' indossato dalla 'Joya' ha un po' scolorito le maglie con lo stesso numero portate da due campionissimi, Zidane e Pirlo. "Sinceramente - ha detto Dybala, ieri sera lasciando lo stadio - non pensavo né speravo di far dimenticare Tevez. Ma lui ha vinto tantissimo, io ancora niente. I compagni e la società mi aiutano a stare più tranquillo ed anche stare in panchina all'inizio non mi ha dato fastidio".

Paulo si è preso rapidamente la ribalta. In pochissimo tempo - sottolinea Buffon - si è preso l'attacco ed è qualcosa che sorprende tutti. Aveva già fatto vedere cose straordinarie al Palermo, ma in una società di provincia è diverso che alla Juventus". Ma c'è qualcosa Dybala invidia ad altri attaccanti, all'Higuain dei record, per esempio? "Gli prenderei il piede destro".

La rete numero 12 in campionato della 'Joya', che ha dipanato l'intricata matassa nella partita con la Roma, è già entrata tra i migliori pezzi da collezione della cineteca bianconera. Un "gol straordinario", l'ha definito il tecnico bianconero.

D'altronde "i fuoriclasse aiutano a risolvere i match complicati" - sono sempre parole di Allegri - anche se nella Juventus "tutti stanno facendo un lavoro super". E con una squadra così sognare un'altra finale di Champions non è fantasia.

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