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17 Dicembre 2015 - 10:54
Nella Coppa Italia delle sorprese - eliminate pure Roma e Fiorentina - la storia più bella per ora è quella dell'Alessandria. Dopo 31 anni ha riportato un club di terza serie ai quarti di finale e l'ha fatto vincendo in casa del Genoa, ai supplementari, pur rimanendo in dieci per avere esaurito tutti i cambi possibili.
Nel turno precedente aveva già eliminato un'altra squadra di A, il Palermo.
Riemersa dopo una serie di peripezie - il fallimento e la condanna per 'Scommessopoli' - l'Alessandria è prima nel girone di Lega Pro. E ci ha preso gusto a stupire in Coppa Italia. Ieri a Marassi la squadra è stata seguita da 2.500 tifosi, andati a Genova riempiendo 22 pullman e decine di auto. "E' stata un'emozione incredibile - dice il presidente Luca Di Masi - sono commosso per quello che abbiamo fatto. A tre minuti dalla fine della partita mi sono venute le lacrime. Vogliamo arrivare il più lontano possibile". Il primo obiettivo resta la promozione in B, campionato da cui i grigi mancano dal '74/'75: "Mi piacerebbe - continua Di Masi - che 2000 tifosi venissero anche Reggio Emilia. Questa squadra merita la 'B'. In Lega Pro però si farà ancora più difficile di quanto sia stata la Coppa Italia. Noi, comunque, ci proveremo fino alla fine".
Nell'Alessandria, la squadra della sua città, ha esordito in serie A, a soli 16 anni Gianni Rivera, che con i grigi ha spiccato il volo verso la lunga e gloriosa carriera nel Milan e nella Nazionale. Ed ora è in prima fila a tifare: "Fa molto piacere rivedere l'Alessandria ad alti livelli. Adesso speriamo che vada bene in campionato, fino alla fine della stagione.
Certo, riaverla in serie A sarebbe il massimo".
E' la Coppa Italia delle sorprese e dei rovesci. Una competizione senza pronostico, che stupisce, conquista e appassiona. Regala favole, sogni di gloria e serate o notti magiche. E' la Coppa Italia dei piccoli Davide che sconfiggono i giganti Golia del calcio italiano, delle 'Cenerentole' e delle piccole che fanno piangere i Paperoni nostrani del calcio. Nell'attesa che si esaurisca il programma degli ottavi del torneo di Lega, gli squilli del calcio di provincia hanno già fatto scalpore, accendendo la fantasia di tifoserie storicamente depresse. L'Alessandria nei sedicesimi aveva già strapazzato il Palermo, in uno stadio Barbera incredulo, deserto e muto: 3-2 per i grigi, che militano nella Lega Pro, e rosanero (Serie A) fuori. Più che una sorpresa, un boccone amaro per Zamparini. L'Alessandria non si è fermata e ieri è andata a vincere anche a Marassi, contro il Genoa, sia pure dopo i supplementari, guadagnandosi un posto nei quarti. Il Crotone mette alle corde il Milan, a San Siro, nei sedicesimi, arrendendosi solo nei supplementari, dopo avere sfiorato più una vittoria che sarebbe stata più che storica. Il Carpi vince sul campo della Fiorentina, una delle squadre-rivelazione della Serie A, quella che forse pratica il calcio più apprezzabile. Un'impresa impossibile da prevedere.
Nel pomeriggio lo Spezia (Serie B) del ciociaro Mimmo Di Carlo (è nato a Cassino) si regala i quarti, superando addirittura la Roma, una delle candidate allo scudetto: servono i rigori ai liguri, ma che soddisfazione indossare i panni del Liverpool nella finale di Coppa dei Campioni 1983/84. In effetti, Pjanic e Dzeko sul dischetto sembravano Bruno Conti e Ciccio Graziani, mentre il portiere Chichizola somigliava a Grobbelaar. "In un certo senso ero stato premonitore quando, durante la partita, avevo twittato che i protagonisti sarebbero stati i tifosi dello Spezia, con la propria passione e la grande civiltà. E' il frutto di un progetto sportivo alimentato da uno staff competente e da una persona straordinaria come Volpi", ha commentato il presidente della Lega di B, Andrea Abodi.
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