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CALCIO. Bianconeri rientrano in Italia. Supercoppa restituisce ottimismo

Una "bella vittoria", per incominciare la stagione nel modo migliore. La Supercoppa restituisce ottimismo alla Juventus, che torna in Italia con la ritrovata etichetta di grande favorita. Con la Lazio, i bianconeri hanno sconfitto anche le paure interne per gli addii di Pirlo, Vidal e Tevez e le critiche che, a suon di paragoni con la scorsa stagione, rischiavano di soffocarla. Ricompattato ambiente e squadra, Massimiliano Allegri può così proseguire il suo lavoro con "pazienza". "Per crescere insieme". Il tecnico continua a predicare calma. Lo ha fatto quando, tra infortuni e amichevoli buttate via, le cose andavano storte. E, a maggior ragione, lo fa ora che squadra e società si sono gettati alle spalle lo scetticismo di pubblico e addetti ai lavori. "Ripartiamo da zero, quello che abbiamo fatto è stato bellissimo, ma è il passato. Solo con fame, e con pazienza, possiamo ripeterci", aveva detto alla vigilia della sfida di Shanghai. E lo ripete ora che sta tornando in Italia con un altro trofeo, il terzo in appena un anno alla guida dei bianconeri. "Pazienza", dunque, per "crescere insieme". Staff tecnico, squadra e società, che deve ora tornare sul mercato per completare la rosa. I gol di Mandzukic e Dybala indicano che la strada è quella giusta. Mancano ancora un laterale, un trequartista e, forse, un centrocampista che permetta a Khedira di prendersi tutto il tempo necessario per rientrare dall'infortunio. Nel primo caso dovrebbe essere fatta per Siquera, che arriverà dall'Atletico Madrid. Più complicata invece la caccia al fantasista, con i preferiti Goetze e Draxler sempre più difficili da raggiungere. "Manca tanto alla fine del mercato, dobbiamo affrontare una stagione importante e costruire una squadra che abbia un futuro nei prossimi 4-5 anni - sono state le indicazioni di Allegri -. Valuteremo se fare altri acquisti, dipende dai giocatori da Juve che troverà la società". Non fa nomi, il tecnico bianconero, ma vuole che i nuovi acquisti siano "da Juve". Capaci cioè di inserirsi in una squadra che, nonostante abbia cambiato molto, non ha perso il suo dna vincente. Un gruppo in cui ognuno è al servizio del gruppo. L'esempio è Paul Pogba, che nonostante la promozione a numero dieci a Shanghai non ha rinunciato a rincorrere l'avversario e a lottare su ogni pallone. 

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