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09 Agosto 2015 - 19:53
Una "bella vittoria", per incominciare la stagione nel modo migliore. La Supercoppa restituisce ottimismo alla Juventus, che torna in Italia con la ritrovata etichetta di grande favorita. Con la Lazio, i bianconeri hanno sconfitto anche le paure interne per gli addii di Pirlo, Vidal e Tevez e le critiche che, a suon di paragoni con la scorsa stagione, rischiavano di soffocarla. Ricompattato ambiente e squadra, Massimiliano Allegri può così proseguire il suo lavoro con "pazienza". "Per crescere insieme". Il tecnico continua a predicare calma. Lo ha fatto quando, tra infortuni e amichevoli buttate via, le cose andavano storte. E, a maggior ragione, lo fa ora che squadra e società si sono gettati alle spalle lo scetticismo di pubblico e addetti ai lavori. "Ripartiamo da zero, quello che abbiamo fatto è stato bellissimo, ma è il passato. Solo con fame, e con pazienza, possiamo ripeterci", aveva detto alla vigilia della sfida di Shanghai. E lo ripete ora che sta tornando in Italia con un altro trofeo, il terzo in appena un anno alla guida dei bianconeri. "Pazienza", dunque, per "crescere insieme". Staff tecnico, squadra e società, che deve ora tornare sul mercato per completare la rosa. I gol di Mandzukic e Dybala indicano che la strada è quella giusta. Mancano ancora un laterale, un trequartista e, forse, un centrocampista che permetta a Khedira di prendersi tutto il tempo necessario per rientrare dall'infortunio. Nel primo caso dovrebbe essere fatta per Siquera, che arriverà dall'Atletico Madrid. Più complicata invece la caccia al fantasista, con i preferiti Goetze e Draxler sempre più difficili da raggiungere. "Manca tanto alla fine del mercato, dobbiamo affrontare una stagione importante e costruire una squadra che abbia un futuro nei prossimi 4-5 anni - sono state le indicazioni di Allegri -. Valuteremo se fare altri acquisti, dipende dai giocatori da Juve che troverà la società". Non fa nomi, il tecnico bianconero, ma vuole che i nuovi acquisti siano "da Juve". Capaci cioè di inserirsi in una squadra che, nonostante abbia cambiato molto, non ha perso il suo dna vincente. Un gruppo in cui ognuno è al servizio del gruppo. L'esempio è Paul Pogba, che nonostante la promozione a numero dieci a Shanghai non ha rinunciato a rincorrere l'avversario e a lottare su ogni pallone.
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