Striscioni e insulti sulle vittime dell'Heysel (FOTO ARCHIVIO)
I ricordi del "giorno più triste" nella storia della Juventus riaffiorano prepotenti, nel trentennale dell'Heysel. Impossibile dimenticare, giusto ricordare, con una partecipazione che mai era stata così ampia e diffusa negli altri anniversari, le 39 vittime innocenti nel settore Z dello stadio di Bruxelles, tifosi juventini morti per sfuggire alla furia degli hooligans inglesi. Nel pieno della lunga vigilia di Berlino, "la pagina nera dello sport mondiale e della storia della Juventus", come l'ha definita Massimiliano Allegri, è stata ricordata a Bruxelles, a Liverpool, a Torino, dove la Juventus al gran completo, prima di partire per Verona, ha presenziato alla messa nella chiesa della Gran Madre di Dio. Accanto a giocatori e staff tecnico, il presidente Andrea Agnelli, con la mamma Allegra, Giovanni Trapattoni e Stefano Tacconi, che della Juve dell'Heysel erano l'allenatore e il portiere. E ancora la vedova Scirea, Mariella, l'ex giocatore e dirigente Roberto Bettega, il presidente della Lega Maurizio Berretta, il sindaco di Torino Piero Fassino e la super tifosa Evelina Christillin. L'omaggio alle vittime ha invaso anche i siti ufficiali dei club e delle istituzioni del calcio, i social network ed i blog dei tifosi. All'Heysel di Bruxelles si è tenuta la cerimonia, alla presenza degli ambasciatori d'Italia, Alfredo Bastianelli, e di Gran Bretagna, del sindaco di Bruxelles, del presidente del museo della Juve, Paolo Garimberti, e dell'ex juventino Sergio Brio. Sono state posate corone di fiori e sono stati liberati in cielo 39 palloncini bianchi ciascuno con il nome di una delle vittime, 32 delle quali italiane. I nomi sono stati scanditi anche all'Anfield di Liverpool, lo stadio del club inglese dove, a rappresentare la Juventus, c'erano il dirigente Gianluca Pessotto, che ha posato 39 gigli bianchi, e l'ex giocatore Massimo Bonini. Un minuto di silenzio è stato osservato a Bruxelles e a Liverpool, al congresso Fifa di Zurigo, ed a Torino all'assemblea degli azionisti di Exor, la holding della famiglia Agnelli presieduta da John Elkann, alla quale era presente anche Andrea Agnelli. A Vinovo, Allegri ha anteposto il suo ricordo alle domande della conferenza stampa della vigilia di campionato: "Oggi non c'è da fra altro che commemorare le vittime - ha detto - e stringerci con affetto ai loro famigliari". Il 29 maggio 1985 "avevo quasi 18 anni - ha aggiunto l'allenatore della Juventus su twitter - quella sera di 30 anni fa, davanti alla tv, rimasi sotto choc quando capii cosa era successo. Un pensiero ai #39 #Heysel". Tra i protagonisti in campo all'Heysel c'era Platini: "Non ho mai dimenticato quella partita, ancora oggi continuo a giocarla. E, come presidente dell'Uefa, con i miei colleghi ed i miei amici delle federazioni, dei campionati e dei club, lavoro quotidianamente per assicurare che l'orrore di quella serata non si ripeta mai più".
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