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24 Ottobre 2014 - 23:06
Lo fissa dritto, prende bene la mira e spara. Bang. Un colpo secco in mezzo agli occhi di un povero capretto. Ora quel tiro al bersaglio rischia di costare caro (fino a due anni di prigione) a R.T, 43enne di Chieri che nel 2009 lavorava come guardia giurata in una ditta di stampaggio a Busano. L'uomo si trova imputato, presso il Tribunale di Ivrea, con l'accusa di uccisione di animale conl’aggravante della crudeltà e dei futili motivi. L'altra settimana è cominciato il processo di fronte al giudice Claudia Colangelo. Secondo la ricostruzione del Pubblico Ministero quel giorno, il 24 maggio di cinque anni fa, R.T., che è anche un accanito appassionato di armi, sarebbe salito sul tetto della fabbrica. Con sè un fucile da caccia, un binocolo di precisione, una tuta mimetica ed un coltello. Tutto l'occorrente per spezzare la noia del lavoro quotidiano e per darsi qualche istante ad un gioco pericoloso ma divertente. Così decide di puntare un gregge, poco distante. Imbraccia il fucile, controlla il proprio obiettivo con il binoccolo, e fa partire la pallottola. Il capretto muore sul colpo ma lo stupido gioco non finisce lì. Il proprietario, infatti, se ne accorge e chiama subito i carabinieri. R.T., intanto, secondo la Procura, cerca di occultare ogni prova della sua bravata. Capisce che il gioco, con i piedipiatti di mezzo, rischia di farsi pesante. Nasconde perciò il fucile nell’erba alta. I militari trovano l’arma, constatano che è regolarmente registrata e risalgono all'assassino del capretto. Il proprietario sporge quindi denuncia. Il processo è stato rinviato a dicembre.
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