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Enogastronomia

Vino, nocciole, salame di patata e riso: ecco il Distretto del Cibo della Serra Morenica

Un'iniziativa pensata per provare a valorizzare i prodotti enogastronomici del territorio

Vino, nocciole, salame di patata e riso: ecco il Distretto del Cibo della Serra Morenica

I grappoli di Erbaluce

Le coltivazioni Igp di nocciole, la produzione Docg e Doc dei vini Erbaluce, Carema e Canavese rosso, il riso di baraggia Dop di Salussola, il salame di papata tipico di Settimo Rottaro e tutte le produzioni biologiche del territorio.

Sono le eccellenze gastronomiche del territorio che saranno tutelate nel Distretto del Cibo promosso da Andrate, Borgofranco, Burolo e Chiaverano. Il progetto è stato presentato venerdì sera nella sala congressi del Comune di Burolo, in collaborazione con Confagricoltura Torino.

La Serra morenica di Ivrea (o più semplicemente Serra d'Ivrea) è un rilievo morenico di origine glaciale risalente al periodo quaternario; appartiene al vasto complesso dell'Anfiteatro morenico di Ivrea. Non va considerata come collina morenica, è infatti una montagna da considerare come tale. Si estende dal territorio di Andrate (in provincia di Torino) fino alle porte di Cavaglià (in provincia di Biella) Alice Castello e Borgo d'Ale (in provincia di Vercelli) ed è la più grande formazione del genere esistente in Europa.

Alla serata. a spiegare il funzionamento del Distretto, sono saliti a Burolo anche il vice direttore di Confagricoltura Torino, Gabriele Busso, il consigliere dell’Unione Agricoltori della Provincia di Torino, Sergio Tos e dei funzionari della Regione Piemonte. Un progetto a cui ha lavorato da mesi e di cui oggi va fiero il sindaco di Burolo, Franco Cominetto: “Il nostro territorio è molto ricco di eccellenze enogastronomiche e da qui l’idea di provare a promuoverle attraverso i Distretti”.

Al progetto hanno aderito oltre 30 comuni si piedi della Serra Morenica, del Canavese fino a Villareggia e Caluso e una parte di località in provincia di Biella. Si tratta del secondo distretto del cibo. Dal 1ª aprile l’unico autorizzato dalla Regione è quello del Chierese-Carmagnola.

La Regione garantirà dei contributi. Nell’ottica di valorizzare le produzioni agricole e agroalimentari del Piemonte in stretta connessione con il paesaggio rurale, la Regione ha promosso con uno specifico regolamento la costituzione, il riconoscimento e il funzionamento dei nuovi Distretti del Cibo.

Con la recente delibera del 6 maggio 2022 la giunta regionale ha stanziato la somma di 50 mila euro proprio a copertura dei costi di avviamento dei Distretti.

Le domande di finanziamento devono essere presentate entro nove mesi dal riconoscimento. Il contributo riguarda le spese sostenute al massimo nei dodici mesi antecedenti e nei sei mesi successivi al riconoscimento stesso.

L’importo dell’aiuto (in regime de minimis, ovvero fino a 200 mila euro in tre anni) non potrà superare i 15 mila euro per ciascun Distretto del Cibo.

Le spese, riconosciute e sostenute al 70% del loro importo totale, sono quelle attribuibili ai servizi erogati da terzi per la preparazione dei documenti tecnici e amministrativi propedeutici alla definizione dell’istanza di riconoscimento e del piano di distretto.

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