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BORGOMASINO. Circonvenzione alla casa di riposo, chieste le condanne

BORGOMASINO. Circonvenzione alla casa di riposo, chieste le condanne

tribunale

Chiesti due anni e due mesi di reclusione, oltre a mille euro di multa, per Alberto Bronzolo, 52 anni, residente a Ivrea, l'ex infermiere della casa di riposo Opera Pia Divina Provvidenza di Borgomasino alla sbarra per circonvenzione d'incapace (difeso dall'avvocato Ferdinando Ferrero). Secondo l'accusa, sostenuta dai Pubblici Ministeri Ruggero Crupi e Roberta Bianco, avrebbe indotto un'anziana di 96 anni, assistita presso la struttura, ad intestargli proprietà e conti bancari per un valore di circa 300mila euro. E ci sarebbe riuscito grazie alla complicità di altre persone: la collega Antonietta Crepaldi (difesa dall'avvocato Enrico Scolari), 56 anni e residente di Borgomasino, il medico di base Giorgio Petitti di Strambino (assistito dall'avvocato Guido Cellerino), e l'altra collega nonché compagna Maritza Castillo Guillen, 38 anni, di Azeglio (difesa da Fiorenza Ferrero). Il Pm ha rispettivamente chiesto un anno ed il minimo della pena pecuniaria per Crepaldi, due mesi di reclusione per il dottore e l'assoluzione con formula dubitativa per Castillo.

La sentenza sarà pronunciata il 9 dicembre prossimo. Le conclusioni delle parti sono state formulate durante l'udienza fiume, durata quasi sei ore, di venerdì scorso.

I fatti risalgono al periodo tra il 2009 ed il 2011. Bronzolo avrebbe accudito, in quel periodo, due anziane, madre e figlia (la prima si occupava della gestione in quanto la seconda si trovava in condizioni di salute peggiori), fino ad ottenere la procura generale per operare sui loro conti correnti. Fino ad ottenere il prestito di 180mila euro per l'acquisto di una casa dove l'infermiera aveva promesso che sarebbero andati a vivere tutti insieme. Nel giugno avrebbe inoltre girato sul suo conto una parte di titoli per comprarsi un'automobile ed una moto. "E' inconfutabile la circonvenibilità delle signore su cui Bronzolo aveva un ascendente particolare. Facevano ciò che diceva lui" hanno aggiunto i Pm chiedendo che diventi conservativo il sequestro preventivo della somma di 60mila euro sul conto corrente del Bronzolo. L'accusa ha accennato a tanti piccoli elementi, per esempio alla visita di parenti che non smettevano di sottolineare, battendosi le dita contro le tempie, quanto le due non fossero più lucide.

"Bronzolo sapeva che le due donne avrebbero voluto uscire dalla casa di riposo" ha aggiunto l'avvocato di parte civile Patrizia Mussano, senza risparmiare i presunti complici. "Bronzolo – ha affermato - era il deus ex machina ma intorno a lui c'era una rete di aiuto piuttosto strana. In tutti i fatti Crepaldi è la donna delle pulizie che si mette sempre a fare qualcos'altro. Petitti? Qualche interesse c'è: dal conto delle mie assistite sono usciti soldi per il canone di un ambulatorio a Caluso utilizzato in comune da Petitti e Bronzolo. Castillo è la compagna dell'imputato: nell'acquisto della casa c'è in mezzo anche lei".

Un altro dato inquietante, menzionato dalla Mussano, riguarda la somministrazione di neurolettici. "Il perito ci ha riferito che possono dare effetti collaterali se somministrati in assenza di patologie specifiche sulla capacità di intendere e di volere e, guarda caso le condizioni delle due signore migliorano quando Bronzolo viene licenziato" ha continuato il legale di parte civile chiedendo anche una provvisionale di 149mila euro oltre ai danni patrimoniali e morali. "Da una partenza dignitosa – ha inforcato decisa – le mie due assistite oggi hanno problemi economici, non riescono a pagare la retta. Sono stati portati via loro i risparmi di tre generazioni". La 96enne avrebbe sì voluto un procuratore ma "per mantenere un contatto con l'esterno, non certo per farsi portare via tutto".

Su questo aspetto hanno calcato il dito, invece, proprio le difese. Tra gli elementi che scagionerebbero gli imputati ci sarebbe il comportamento del notaio Presbitero il quale "ha avvertito le signore, ha chiesto più volte se fossero certe di voler firmare la procura – ha ribadito l'avvocato Fiorenza Ferrero -, che è l'atto di maggior fiducia che ci possa essere tra persone viventi. Il notaio ha anche detto che non avrebbe acconsentito se avesse avuto il sentore che le anziane non fossero in grado di intendere e di volere".

 
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