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BORGOFRANCO. L'Associazione Parkinsoniani del Canavese onlus ha trovato sede a Borgofranco

 

L'Associazione Parkinsoniani del Canavese onlus ha trovato sede a Borgofranco, presso Palazzo Marini. Sabato 28 marzo alle 10 si terrà l'inaugurazione. “La necessità di disporre di più sedi sul territorio nord-canavesano – sottolinea il Presidente Silvano Chiartano - risponde all’esigenza di essere più vicini ai nostri amici parkinsoniani, nonché di attivare servizi, attività motorie e d’informazione per un più efficace aiuto nella difficile lotta contro la malattia”.

L’evento sarà allietato da musiche degli allievi del Centro di Educazione all’Arte Suzuki di Borgofranco d’Ivrea. Inoltre, dal 11 aprile al 16 maggio, presso la Sala Consiliare, avrà luogo “Parkinson Caffè del Canavese”, secondo ciclo di incontri formativi per malati e famigliari/caregivers con la partecipazione di medici specialisti (neurologi, neurchirurgo, neuropsichiatra, fisiatri, psicologo, dietologo, urologo, geriatra, ecc.), altre figure della sanità (fisioterapisti, logopedista, terapista occupazionale, infermieri professionali), figure sociali (assistente sociale, assistenza privata), professionisti (avvocato, architetto), insegnanti di discipline terapeuriche complementari (nordic walking, thaj chi, tecniche di rilassamento). Sei incontri per capire l’evolversi della malattia, percepire i mutamenti nel comportamento del malato, le difficoltà motorie, del linguaggio, il decadimento cognitivo, combattere la depressione, gestire le diete aproteiche, organizzare l’attività fisica, sfruttare le possibilità della rete sanitaria e di quella socio-assistenziale, eliminare le barriere architettoniche, per conservare e trasmettere il più a lungo possibile un’accettabile qualità della vita.

"Il Parkinson Caffè si prefigge obiettivi che la sanità pubblica non è oggi in grado di istituzionalizzare – aggiunge Chiartano -: formare la figura del caregiver che, con il suo rapporto quotidiano di cura e d’affetto, è la persona che più di ogni altra è in grado di stimolare il malato, fisicamente e psicologicamente, ed offrire nuove possibilità di socializzazione contro l'auto isolamento".

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