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20 Gennaio 2016 - 15:24
Il sogno del Borgaro continua e si fa più concreto al termine dell’ennesima prova di forza. I gialloblu superano di misura la Juve Domo nello scontro diretto, volano a +10 in classifica nei confronti degli ossolani e della Virtus Verbania e mettono (forse) l’ipoteca definitiva sulla vittoria del campionato. È il successo di un gruppo eccezionale, plasmato in maniera impeccabile dallo stratega Licio Russo: l’allenatore non sbaglia una mossa, a cominciare dalla coraggiosa decisione di lasciare inizialmente in panchina Pierobon (“Si è allenato poco in settimana”) e di schierare un inedito 5-3-2 con Moracchiato, Riccio e Ferrarese al centro di una difesa impenetrabile - non a caso la migliore del girone -, capace di annullare il reparto offensivo più prolifico. Il Borgaro avrebbe anche potuto permettersi il lusso di pareggiare, ma il segno “X” sarebbe andato alquanto stretto a Russo, che indovina anche il cambio vincente inserendo Zigliani il quale, a un minuto dal 90’ e con i gialloblu in inferiorità numerica per l’espulsione di Garofalo, sbuca sul secondo palo e mette il punto esclamativo su una prestazione di squadra ai limiti della perfezione. L’esatto contrario di quanto proposto dalla Juve Domo, uscita con le ossa rotte dal confronto del “Righi” e con il rammarico di non averci creduto abbastanza. È lo stesso Castelnuovo ad ammettere l’atteggiamento rinunciatario dei suoi “soprattutto nel primo tempo”, i quali hanno dato l’impressione di non voler accorciare le distanze in classifica. I demeriti degli ospiti vanno soppesati con i meriti di un Borgaro che, nonostante l’assetto tattico, non ha invece mai smesso di attaccare. Geografo e Munari testano subito i riflessi del giovane Fiorino, che al ventesimo salva il risultato deviando in corner con la mano di richiamo una conclusione velenosa di Geografo. L’attaccante borgarese è costretto ad alzare bandiera bianca alla mezz’ora a causa di un brutto fallo subito al polpaccio, lasciando così il posto a Pierobon il cui ingresso porta maggiore sostanza togliendo, però, imprevedibilità. La Juve Domo fatica a prendere le misure, sovrastata nella zona nevralgica del campo e resa inesistente davanti. I granata si fanno vedere solo con un sinistro di Alessandro Elca strozzato da Ferrarese e con un contropiede sciupato da Poi che - nomen omen - ritarda troppo il tiro facendosi sorprendere dal rientro di Consiglio. Nella ripresa i ritmi calano e le occasioni latitano: Ferrarese sfiora il vantaggio con un colpo di testa su corner di Pagliero, poi al 41’ Garofalo lascia i compagni in dieci per un ingenuo fallo a metacampo. Quando il pari sembra ormai scritto ecco sbucare la testa del neo entrato Zigliani, che consegna al Borgaro l’allungo decisivo.
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