Da due anni nelle scuole fumare è vietato. In qualsiasi area degli istituti, cortile compreso, chi accende una sigaretta rischia multe salate. Ormai tutti sanno quanto sia dannoso il tabacco e quanti danni provochi alla salute, ancor più se s’inizia quando si è ancora adolescenti. È importante che la scuola cerchi di convincere i giovani a non iniziare, è importante perché molti ragazzi ‘prendono il vizio’ proprio a scuola, vedendo altri ragazzi con la sigaretta in mano. Nel liceo Isaac Newton di Chivasso si tenta di far rispettare il decreto sul fumo con molta scrupolosità, ma ci sono ancora studenti che, rischiando multa e convocazione dei genitori, cercano luoghi appartati e nascosti nel cortile dove poter fumare. E così, quasi ogni giorno, inizia una vera e propria sfida a ‘guardia e ladri’ tra professori e studenti. Molti professori non s’interessano troppo alla questione ed è comprensibile, d’altronde il loro compito è quello di insegnare e forse hanno di meglio da fare che partecipare a questa ‘sfida’. Altri, invece, si trasformano in veri e propri detective e danno la caccia a chiunque tenti di tirare fuori un accendino dalla tasca. Questo a volte porta a scene quasi comiche, a fughe e catture degne di un grande film. A parte gli scherzi, tutto ciò ha dei risvolti terribilmente negativi nel rapporto studente-professore. Per un ragazzo vedere il professore come un guardiano, un controllore, un’autorità in grado di farti arrivare multe a casa, non è sicuramente positivo. E’ giusto impedire agli studenti di fumare nell’istituto e la scuola fa bene a far rispettare il decreto al riguardo con fermezza, ma servirebbe più informazione. Ci si preoccupa molto che gli studenti non fumino dentro l’istituto, attraverso l’applicazione di leggi, se poi un ragazzo se ne accende tre di fila all’uscita, quello va bene. Il messaggio che passa attraverso questo sistema così diventa ‘non fumare perché non si può’, mentre quello più giusto che una scuola dovrebbe trasmettere è ‘non fumare perché fa male, perché è stupido, perché non risolve nessun problema’. E allora perché non organizzare degli incontri con esperti? Perché non fare delle lezioni specifiche al riguardo? Insomma, far entrare per davvero nella testa degli studenti che pagano un caro prezzo per una cosa che provoca solo guai. Il detto dice ‘prevenire è meglio che curare’, forse in questo caso sarebbe meglio dire ‘prevenire è meglio che multare’.
Paolo Vitale
Liceo Isaac Newton Chivasso
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