I commercianti di via Teodoro II e di vicolo del Portone
Sono arrabbiati. Neri. Sono i commercianti di vicolo del Portone e di via Teodoro II. Le vetrine dei loro negozi si affacciano sulle strade del centro storico di Chivasso. Eppure, sabato scorso, durante la Festa del Commercio organizzata dal Comune e dalla Confesercenti, le loro attività erano chiuse. Nonostante i vicini colleghi di via Torino avessero prolungato l’orario di chiusura di un paio d’ore. Nonostante, sul volantino della Festa distribuito nei giorni precedenti, ci fosse scritto a caratteri cubitali che i “negozi del centro” sarebbero stati “aperti”. Perché, dunque, una decina di attività del centro città hanno tenuto le saracinesche abbassate? Semplice: perché nessuno si è preoccupato di informarli della festa. “Non ci hanno detto nulla, l’abbiamo saputo per caso nella stessa giornata di sabato: possibile che a Chivasso non ci possa essere una comunicazione migliore tra Comune, associazioni di categoria e noi commercianti?”. Sono arrabbiati, Patrizia Martini dell’omonimo negozio di abbigliamento, Piero Viola dell’Ottica del Vicolo, Angela Matarese dell’Isola che non c’è, Giuseppe Iamundo di Gliz Café, Emanuela Loro di Benetton Intimo, Pamela Zitoli di Zimar Tuttocapelli, Simona Ferrero di Oggetto Luce, Marinella Grassone di Forme di Luce, Alice Farina di Les Herbes, Sabrina De Fazio di Argento Vivo, Leila Favre di Le Fate, Mimma Bonanno di Dolce e Salato. Sono arrabbiati perché, per l’ennesima volta, si sono sentiti snobbati. Presi per i fondelli. In primis dal Comune e dall’assessore al commercio Claudia Buo, che dovrebbe avere come minimo se non la regia almeno un’agenda in cui prendere nota delle iniziative per il commercio proposte in città e preoccuparsi che tutti vi possano partecipare. Altrimenti, ci chiediamo, ma che ci sta a fare a Palazzo Santa Chiara? E’ inutile dire che, con i tempi che corrono, ogni occasione per poter tenere aperto un negozio è buona per cercare di far tornare i conti alla fine del mese. “Non ci hanno informati - commentano, all’unisono, lunedì mattina in una conferenza stampa convocata da Gliz Cafè - e così abbiamo tenuto i negozi chiusi. E ci siamo fatti una pessima figura con i nostri clienti che magari hanno fatto un giro a Chivasso sabato sera: ma è così difficile informare anche chi non fa parte delle associazioni di categoria sulle attività che vengono organizzate? Ma l’assessore Claudia Buo non può tenere le fila delle iniziative che vengono proposte a Chivasso? Qui è tutto improvvisato, non si riesce mai a fare qualcosa di veramente buono per tutti”. Hanno il dente avvelenato, questi commercianti chivassesi, con la Confesercenti ma, soprattutto, con il Comune. La “Festa del Commercio” organizzata sabato scorso a loro insaputa è solo l’ultima goccia di un vaso ormai colmo. “Qui c’è tutto che non va - commentano -. Oltre alla mancanza di una comunicazione, in primis con il Comune (hanno chiesto giovedì scorso un incontro al sindaco Libero Ciuffreda e all’assessore Buo, ma sono ancora in attesa di ricevere una risposta sulla possibilità di essere ricevuti a Palazzo Santa Chiara..., ndr), c’è una Ztl che non serve a nulla: non solo è stata introdotta, in via Teodoro II e in vicolo del Portone, senza che venisse apportata alcuna miglioria delle strade, magari con fioriere o panchine, ma addirittura oggi non viene nemmeno più rispettata. Ci sono automobilisti che si sentono legittimati a percorrere via Teodoro II, che sarebbe isola pedonale, nei due sensi di marcia... Prima era a senso unico. Fate un po’ voi...”. C’è poi il problema della sporcizia della via e, soprattutto, del vicolo, “imbrattato” dalle cacche e dalle pipì dei cani portati a passeggio dai padroni. C’è un’illuminazione pubblica che fa pena: ora che si va verso l’inverno, i lampioni con luci così fioche come quelle odierne non invoglieranno di certo i chivassesi allo shopping in vicolo del Portone o in via Teodoro II. Per tacere del fatto che, a questi commercianti, il Comune non ha ancora riconosciuto la possibilità di esporrre in via Torino uno straccio di un cartellone, anche solo uno, che indichi la presenza delle loro attività a chi si fa le vasche sotto i portici e non si azzarda a mettere un piede al di là di via Torino... “Siamo stanchi, stufi di questa situazione - concludono -. In fondo, quello che chiediamo, è solo di essere ascoltati da questa amministrazione e di essere presi in considerazione come succede a tutti gli altri commercianti della città. E’ troppo?!”. Un’ultima riflessione è quasi dovuta. Ma come possono credere, questi commercianti, ai sermoni del sindaco sulla necessità di fare sinergia in vista dell’Expo 2015 per provare ad attirare qualche turista anche a Chivasso, se poi sia Ciuffreda sia l’assessore Buo non riescono nemmeno ad organizzare una festa del commercio come dio comanda? Se è l’oggi che manca, come si fa a guardare al domani con un po’ di speranza? Non ci resta che confidare nel “superconsulente” per l’Expo 2015 scelto da Comune di Chivasso per promuovere la nostra città: oltre che uno chef, speriamo sia anche un mago. O meglio, un santone. Possibilmente specializzato in miracoli...
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