Liborio La Mattina Cosa dire…. Avevamo posto all’amministrazione comunale una lunga serie di semplici domandine sul fallimento dell’immobiliare Smeg di Mario Bonardo, ex proprietaria del Convento San Bernardino di via del Collegio, poi acquistato all’asta dall’Immobiliare Sant’Andrea. Lo avevamo fatto per due motivi, anzi tre. Il primo di sostanza, non foss’altro che con tutto quello che si è scritto e detto in questi anni, più o meno dal 2006 in avanti, esiste un indubbio interesse pubblico. Poi perchè siamo giornalisti e quindi ci facciamo domande e chiediamo risposte. Infine per via di quei 700 mila euro, tirati fuori dal centrodestra nel 2010 con un bell’ordine del giorno e non certo dal cilindro. A detta dell’ex sindaco Bruno Matola e dell’ex senatore Andrea Fluttero, erano soldi dovuti per sanzioni e oneri di urbanizzazione non ancora calcolati, talmente dovuti che se ad acquistare l’immobile fosse stata l’Amministrazione Comunale si sarebbe speso solo la differenza, s’intende rispetto al prezzo a base d’asta di circa 1.350.000 euro. L’affare, come tutti sanno però non si fece per via del “patto di stabilità” che impediva e ancora impedisce ogni tipo di investimento pubblico. Non si fece ma ancora nessuno sa che cosa sia effettivamente successo da allora in avanti, salvo che l’immobile è stato venduto e qualcuno lo ha acquistato. Si! E’ vero..., in consiglio comunale il sindaco Libero Ciuffreda ha accennato all’argomento, sorvolandoci però sopra come un Condor, senza entrare troppo nel merito e lanciando strali ai giornali e a chi si fa intervistare dai giornali (mah!). Si! E’ vero il “servizio informativo del Comune” il giorno dopo il nostro articolo si è precipitato a dire che avevamo raccontato tante balle, addirittura titolando che la notizia non era veritiera. Lì per lì siamo rimasti un po’ intontiti, poi lo abbiamo letto bene e in tutta onestà, non ci abbiamo capito una mazza. Parole incomprensibili…. Indecifrabili…. Praticamete inutili e…. E non era ancora finita lì. Cosa c’è di nuovo? C’è che il Comunicato è scomparso e poi ricomparso sul sito del Comune. Come per magia. Zac e rizac. E si è appreso che ad andare in bestia più di noi è stata, proprio l’Immobiliare Sant’Andrea di Pierluigi Caramellino. Con una email di posta certificata indirizzata agli amministratori comunali ne ha dette così tante che adesso sì, è indispensabile un consiglio comunale per chiarire. Pierluigi Caramellino, infatti, oltre a chiedere al sindaco e al vicesindaco di rimuovere immediatamente il comunicato, dice che in esso “sono riportati fatti e dati del tutto privi di fondamento giuridico e tecnico” e “congiuntamente vengono volontariamente omessi dati inconfutabilmente reali...”. Domanda... Che cos’è che il Comune nasconde? Che cos’è che non corrisponde al vero? E Caramellino va oltre tanto da chiedere chiaramente all’Amministrazione comunale di “smentire” l’esistenza di una perizia (probabilmete quella dei 700 mila euro) e di attenersi alla reale cronostoria degli avvenimenti, agli atti della Procura della Repubblica e del Tribunale Fallimentare di Torino. “Considerando indecente - scrive infine Caramellino - il non attenersi scrupolosamente ai fatti, da parte di un ente amministrativo pubblico, qualora non pervenga a una solerte smentita, la scrivente procedrà in proprio attraverso i mezzi che riterrà più idonei a rendere di dominio pubblico la reale esplicata vicenda...”. Che lo faccia santa pazienza. Che lo faccia, porca la misera. Con noi o con qualcun altro. Lo faccia perchè è giusto che tutti i cittadini sappiano la verità. Certo, forse avremmo dovuto farci delle domande prima, ma prima di noi qualche domanda avrebbe dovuta farsela il consiglio comunale che invece in tutti questi anni, morire se si è mai degnato di affrontare questo argomento con dovizia di particolari, tra sindaci che andavano e venivano (Matola, De Mori, Ciuffreda) e un’elezione dietro l’altra...
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