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CHIVASSO. Agli sfrattati una stanza all'Hotel Ritz...

CHIVASSO. Agli sfrattati una stanza all'Hotel Ritz...

De Col Annalisa

Non poteva più pagare l’affitto e il proprietario di casa l’aveva sfrattata. L.S.N, una donna di origine ivoriane, con tre figlie minori a carico, si è così rivolta al comune di Chivasso e qui, al primo piano di Palazzo Santa Chiara, ad attenderla c’erano quelli dell’assessorato alle politiche sociali che dopo una rapida ricerca delle soluzione hanno deciso di spendere la bellezza di 1.700 euro per pagarle una camera dell’Hotel Ritz. Una soluzione tampone, per carità, della durata di due mesi, giusto il tempo, si legge nella delibera di luglio, pubblicata sull’albo pretorio ad agosto, di entrare in possesso di un alloggio dell’Atc, già individuato, sul quale si stanno eseguendo dei lavori. La notizia si è subito propagata su facebook e tra i tanti, ce n’è uno a cui proprio non è andata giù che si siano spesi tutti questi soldi, cioè denaro pubblico... E’ Marino Bertolino, ex commerciante, ex consigliere comunale della Lega Nord, uno dei tanti pensieri critici cittadini. “In città - scrive - si possono trovare bilocali in affitto ad un canone inferiore. Forse una più attenta indagine di mercato si rendeva necessaria per far risparmiare al Comune soldi pubblici. Tenuto anche conto che i casi di sfratto esecutivo sono ormai frequenti in città a carico di persone (o famiglie) che non chiedono assistenza al Comune, o forse non sanno che l'ente comunale li può assistere e aiutare...”. E su questo non c’è alcun dubbio che Marino Bertolino abbia ragione, così come è vero che i Comuni si occupano di “emergenze abitative” e al Ciss, il Consorzio socio assistenziale, restano tutti gli altri problemi di disagio. Insomma non c’è alcun dubbio che la procedura sia corretta e non c’è alcun dubbio che questo genere di problemi debbano essere affrontati. Sul “come” evidentemente qualche dubbio rimane. “La donna - insiste l’amministrazione - aveva perso il lavoro di badante nell’ottobre del 2012 e dal mese di marzo 2013 non aveva più pagato il canone di locazione. Nela fase esecutiva dello sfratto abbiamo contattato l’avvocato della proprietà per verificare la disponibilità a mantenere la famiglia nell’alloggio se il comune avesse pagato l’affitto ma la proposta è stata rigettata nonostante l’intercessione dello stesso ufficiale giudiziario addetto all’esecuzione della monitoria di sgombero...” La “Casa di Via Domani” nata per accogliere donne maltrattate non aveva stanze libere e non s’è trovato un alloggio ammobiliato neanche attraverso una delle tante agenzie presenti in città.  

Alloggi vuoti Tutto bene?

  Ma neanche per idea. In realtà tra le tante soluzioni che si sarebbero potute prendere in considerazione ce n’è una che è stata completamente oscurata. Ci chiediamo, anzi no, lo chiediamo all’assessore De Col se per esempio siano state analizzate eventuali disponibilità di alloggi in altri comuni del chivassese. Sappiamo per certo che ci sono due alloggi liberi a Cavagnolo e qualche appartamento pure a Brusasco. Ed è così che si faceva un tempo, almeno fino a quando a Palazzo Santa Chiara governava il centrodestra. Si prendeva il telefono e si chiedeva agli altri primi cittadini. Ora non si fa più... Perchè? Insomma, il problema lo abbiamo già detto c’era e qalcuno se ne doveve occupare ma questo fare un po’ facilone dell’assessore, che non bada a spese intanto non sono soldi suoi, un po’ ci sta stufando. Il dormitorio Parliamo del dormitorio? Parliamone.... Il Ciss sta sistemando circa 200 metri al piano terreno del nuovo edificio situato nel Borgo sud-est. Quando i lavori saranno finiti (si presume a metà novembre) passeranno in mano al Comune di Chivasso che con un bando li affiderà nella mani di qualcuno per l’accoglienza dei clochard. Sapete quanto ci costerà farli dormire al caldo? Circa 35 euro a persona, che sono decisamente di più (fate un po’ i calcoli con i 1.700 euro di cui sopra per 60 giorni) di quanto ci verrebbe a costare mandarli tutti a dormire all’Hotel Ritz. Tra le altre cose, proprio in conseguenza dei costi e di soldi a disposizione e salvo non se ne dovessero trovare altri, il “centro” potrà stare in piedi solo per sei mesi.... Che significa risolvere il problema a metà, o non risolverlo per niente.  

La polemica

  Tra chi è convinto che si debbano dare delle risposte ai senzatetto c’è l’ex presidente del CISS, il sindaco di Cavagnolo Mario Corsato. “Mancano i soldi e se le risposte sono troppo onerose si rischia di non riuscire a far fronte a tutte le esigenze... E’ per questo che io e altri ci siamo detti contrari al dormitorio. E’ per questo che il Comune di Chivasso è rimasto con il cerino in mano in assemblea. Avrebbe voluto coinvolgerci nell’iniziativa del dormitorio e ci siamo rifiutati. Dico io. Qui a Cavagnolo, all’Abazia di Santa Fede alcune suore laiche stanno mettendo in piedi una casa ospitaliera con 40 brande. Questo costerebbe ai comuni sicuramente molto meno...” l.l.m
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