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BRANDIZZO. Lutto: tutta la città partecipa ai funerali di Santoro

BRANDIZZO. Lutto: tutta la città partecipa ai funerali di Santoro

Massimo Santoro aveva 44 anni

Un silenzio carico di lacrime. Un silenzio rotto solamente dal rombo di una ventina di moto. Inizia così, giovedì 10 luglio, l’ultimo viaggio del brandizzese Massimo Santoro, 44 anni, tragicamente morto sabato 5 luglio dopo uno scontro frontale con un’auto sulla strada statale per Nizza Monferrato, al confine tra i Comuni di Alice Bel Colle (Alessandria) e Castel Rocchero (Asti). Erano da poco passate le 17 quando si è consumato il dramma. Santoro era in sella alla sua moto, una Yamaha R1 quando, all’ingresso di una curva, è scivolato sull’asfalto, finendo nella corsia di marcia opposta. A piangerlo, durante i funerali celebrati nella Chiesa di San Giacomo, oltre ai parenti - i genitori Anna Maria e Giuseppe, ai fratelli Giuseppina, Lorena e Salvatore ed ai nipoti - era presente l’intera città. Gli amici più stretti, che Massimo era solito incontrare al bar “La Piazzetta” o alla palestra “Iron Gym”, ricordano il loro “Biker Mappo” come un uomo buono, sempre disponibile ad aiutare chiunque ne avesse bisogno. E, soprattutto, con una grande passione per le moto. “Era anche un bravo meccanico: aveva l'abitudine di aggiustare le moto e le bici di tutti. Da tempo, però, lavorava nell’edilizia”, racconta un amico. E proprio insieme ad un amico, Luigi Bissone, infatti, che Santoro aveva creato la ditta edile “Edil Nuova”. In piazza, davanti alla Chiesa parrocchiale, lo sgomento e lo sfogo di chi lo conosceva continuano: “E’ impossibile credere che quella che Massimo considerava la propria ragione di vita - la sua Yamaha R1 in edizione limitata - si sia trasformata nella causa della sua morte”. “Era un motociclista prudente, non certo uno di quelli spericolati che fanno le corse per strada”. E ancora: “Era una persona splendida, non meritava di morire così giovane. Sarà difficile, per non dire impossibile, dimenticarlo”. Anche Don Mario, il parroco della città, durante la funzione funebre si è lasciato andare: “Di fronte ad eventi di questo tipo, anche io, come tutti voi, provo imbarazzo, mi pongo delle domande e cerco delle risposte”. Terminata la cerimonia, ad aprire la strada verso il cimitero e a scortare il carro funebre di Massimo Santoro nel suo ultimo viaggio, un corteo di motociclisti in sella alle proprie moto. Al cordoglio di parenti e amici si sono uniti anche il sindaco Roberto Buscaglia, l'assessore Irma Pagliero e il consigliere Aldo La Rosa.
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