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SETTIMO. Piazza e Fasano si oppongono alle liberalizzazioni

SETTIMO. Piazza e Fasano si oppongono alle liberalizzazioni
Pino Piazza e Valerio Fasano, presidenti, rispettivamente, di Confesercenti e Ascom della sezione locale di Settimo Torinese, si schierano dalla parte dei piccoli commercianti. Il motivo è la lotta contro le liberalizzazioni degli orari di apertura domenicale dei negozi messa a punto nel 2011 dall'ex presidente del consiglio Mario Monti e tornata d'attualità in questi giorni. Spiega Pino Piazza: "Il decreto liberalizzazioni di Monti prevede che i negozi dei centri commerciali rimangano aperti 55 domeniche all'anno. Naturalmente, per i piccoli commercianti locali diventa difficoltoso, se non impossibile, attutirne l'urto". E continua: "Già l'anno scorso ci eravamo mossi, attraverso una raccolta di 100 firme, per cercare di riportare alle regioni il potere di legiferare in materia. Finalmente, solo di qualche giorno fa è arrivata la decisione del ministro Guidi di fare un passo indietro". Se messa in pratica, tale modifica porterebbe alla chiusura obbligatoria dei negozi nelle giornate di Capodanno, Epifania, 25 aprile, Pasqua, Pasquetta, 1° maggio, 2 giugno, Ferragosto, 1°novembre, 8 dicembre, Natale e Santo Stefano. Più la riduzione di dieci o dodici aperture domenicali. Successivamente viene chiamato in causa Valerio Fasano: "Come Ascom, noi siamo contrari alle aperture totali dei negozi anche, e soprattutto, per motivi diversi da quelli strettamente economici". "Dobbiamo tenere conto che i lavoratori hanno dei bisogni religiosi, sociali e famigliari da soddisfare. Con la diminuzione delle chiusure, ed il conseguente aumento del lavoro, si toglierebbe l'opportunità di stare vicino ai propri affetti più cari, causando, in casi estremi, le tragedie famigliari tanto note alle cronache". La protesta prosegue e vede i due presidenti concordare anche sulla necessità di mantenere vivo il centro storico della città ed i suoi negozi. "Settimo, con la sua posizione, è circondata da grandi gallerie commerciali. Se non verranno presi dei provvedimenti- concludono- tutti i negozi delle vie centrali sono destinati a morire".
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