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TORRAZZA. In arrivo 211 mila metri cubi di rifiuti!

TORRAZZA. In arrivo 211 mila metri cubi di rifiuti!

Discarica (foto d'archivio)

Giovedì scorso è stata finalmente pubblicata all’albo pretorio della Provincia la delibera con cui la giunta Saitta il 30 maggio ha autorizzato l’ampliamento della discarica di via Traversa Mazzini. Per la precisione, la giunta ha espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale riguardo alla richiesta della società “La Torrazza” di portare altri 94.000 metri cubi di rifiuti nella cella 8, sistemandoli al sopra di quelli esistenti. Scarsa trasparenza Tra maggio e giugno la Provincia è stata ben poco trasparente e collaborativa con i Comuni di Torrazza, Verolengo e Rondissone. Come si apprende dalla stessa delibera, la decisione era infatti già stata sostanzialmente presa il 12 maggio, quando i tecnici della Provincia trasmisero a Saitta il proprio parere favorevole, senza però informare i Comuni. A sua volta, Saitta e Ronco (assessore all’ambiente) lasciano passare le elezioni e pochi giorni dopo, il 30 maggio, approvano la delibera autorizzativa. Ma anche loro non avvertono i Comuni - sarebbe basta una letterina - e soltanto giovedì scorso 19 giugno pubblicano la delibera sul sito web dell’ente provinciale. Sono passati 38 giorni e solo allora i cittadini torrazzesi, ammesso che tengano d’occhio il sito tutti i giorni, vengono a sapere della decisione di autorizzare il conferimento di nuovi rifiuti. Quanti rifiuti? Per quanto tempo? Secondo i calcoli della Provincia, sono 211.000 mc di rifiuti che – se comprendiamo bene - verranno trasportati a Torrazza per altri quattro anni, da qui al 2018. Infatti la vasca 8 non è ancora piena. Il decreto del Ministero dell’Ambiente del 1996 aveva autorizzato la vasca otto per complessivi 344.600 mc: al momento ne sono giunti solo 229.720. Per riempirla ne mancano 116.880, che arriveranno entro il 2016. Poi comincerà il conferimento dei 94.400 mc appena autorizzati, che durerà approssimativamente fino al 2018. Con relativo traffico di automezzi sulla strada per Rondissone: camion che si aggiungeranno a quelli per e dalla centrale a biomasse Eoslab di strada Goretta. Saranno veramente gli ultimi? Com’è noto, tecnicamente la cella 8 non verrà allargata, perché i nuovi rifiuti saranno appoggiati sopra a quelli che ci sono già: l’altezza della cella 8 salirà di quattro metri, da 207,60 a 211,80 metri sul livello del mare. Quale tipo di rifiuti? La discarica di Torrazza è definita per rifiuti non pericolosi dall’AIA (Autorizzazione integrata ambientale) del 2007, ma nel giugno 2013 l’AIA è stata aggiornata per consentire il conferimento anche di quelli “pericolosi”. Saranno separati dagli altri mediante la costruzione di un argine. E cosa avverrà dopo il 2018? Stop, dice la Provincia. I 94.440 metri cubi saranno gli ultimi. Dobbiamo crederci? E’ un film già visto. Anche il decreto ministeriale del 1996 diceva: riempita la cella 8 “cesserà ogni attività di discarica sul sito”. Ma diciotto anni dopo l’attività continua e adesso la Provincia permette nuovamente di ampliare. E’ dal 1981, data ufficiale di nascita della discarica, che la storia si ripete. Idem nella vicina Chivasso. Anche qui, dove ci sono già 4 milioni di metri cubi, dopo trent’anni di ampliamenti doveva essere tutto finito. Invece è stato appena presentato un progetto, sostenuto dall’amministrazione comunale, che prevede un altro milione di metri cubi. Che naturalmente, manco a dirlo, “saranno gli ultimi”. I documenti che ancora mancano Con la delibera di giunta del 30 maggio il procedimento amministrativo formalmente si chiude. Ma mancano ancora degli adempimenti: i tecnici della Provincia dovranno formulare una nuova AIA, i Vigili del fuoco dovranno esprimere il loro giudizio riguardo alla protezione incendio, l’ARPA dovrà produrre una relazione conclusiva circa le indagini svolte dopo il rilevamento alcuni anni fa di cloruri, ferro, manganese e nichel nelle falde acquifere. Il Comune di Verolengo e qualche giorno fa anche la nuova amministrazione di Torrazza hanno chiesto di aggiungere al protocollo la verifica mensile della eventuale presenza nell’aria di fibre di amianto, uno dei materiali compresi nei nuovi rifiuti: ma la Provincia risponde che il monitoraggio attuale è sufficiente. Contro la delibera di Saitta è ammesso ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale entro 60 giorni. I ricorsi però costano. E i piccoli Comuni tribolano già parecchio a far quadrare i bilanci. L’ex sindaco Simonetta Gronchi riceverà la liquidazione per i suoi anni di amministratore. Qualche migliaia di euro, però sufficienti a avviare il ricorso. Sarebbe un bel gesto da parte sua rinunciare alla liquidazione e lasciarla al Comune permettendogli di ricorrere al TAR senza gravare sul bilancio.
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