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Sanità digitale, il Piemonte è ancora nel secolo scorso

Sanità digitale, il Piemonte è ancora nel secolo scorso
Sanità digitale non deve essere solo uno slogan. Ma una delle priorità principali del governo nazionale e, a maggior ragione, dell'amministrazione regionale. In molte regioni italiane il fascicolo elettronico rappresenta una realtà consolidata. Un prezioso strumento in grado di produrre risparmi consistenti sia per il sistema sanitario e sia per i pazienti. Penso ad esempio al Veneto dove i cittadini possono scaricare i propri referti via web, in questo modo la sanità veneta ha risparmiato 56 milioni in tre anni ed i cittadini hanno economizzato circa 120 milioni all'anno in viaggi da e per l'ospedale. Il tutto a fronte di un investimento regionale complessivo di appena 4 milioni e mezzo di euro. Non si tratta di un caso isolato, anche in Friuli Venezia Giulia è già attiva da diversi anni la tessera sanitaria elettronica (Carta regionale dei servizi – Crs) che contiene tutta la storia clinica del paziente. Per quanto riguarda il Piemonte invece, la sanità sembra rimasta ancora nel secolo scorso. Ricette, referti e prenotazioni sono ancora in forma cartacea. Senza un timbro o una firma il paziente non va da nessuna parte. Nonostante le promesse di questa maggioranza, e qualche timido e circoscritto progetto sperimentale, il cosiddetto fascicolo elettronico resta un sogno nel cassetto. Recentemente il Piemonte ha adottato le linee guida nazionali sull'informatizzazione della sanità. Ma si tratta soltanto di un piccolissimo passo in avanti, sicuramente non sufficiente a portare la sanità piemontese nel terzo millennio. Ancora più preoccupante è lo stato della rete informatica delle diverse Asl. Ogni azienda ha un sistema diverso che non è in grado di dialogare efficacemente con gli altri. Con queste premesse la Giunta dovrebbe adottare da subito un programma per uniformare tutte le reti, invece ha creato maggiore confusione attraverso l'introduzione, e la recente soppressione, delle Federazioni sanitarie. Con il risultato che sono aumentate le spese senza alcun apprezzabile miglioramento per i cittadini piemontesi.  
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