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Ha diretto il Moulin Rouge patria del can can e meta dei turisti da tutto il mondo

Si terranno oggi, alle 11, nella parrocchia di Campiglia Soana, il suo paese natale, i funerali di Jackie Clerico. La salma è arrivata sabato scorso, giusto il tempo per la preparazione della camera ardente e per la celebrazione dei rosari. E' morto domenica scorsa, a 83 anni, in un ospedale di Neuilly. Da tempo ammalato di cancro Jackie Clerico era considerato uno dei padri del tempio del can-can parigino, il Moulin Rouge nato nel 1889 per fare cabaret su idea dei francesi Joseph Oller e Charles Zidler, già proprietari dell'Olympia. Clerico prese la direzione del celebre locale sul Boulevard de Clichy a Pigalle, nel 1962 e lo trasformò ampliandone le sale e aumentando gli orari degli spettacoli. Fu lui a installare all'interno del locale un acquario gigante. Partito da Campiglia Soana, frazione di Valprato, oltre mezzo secolo fa, per seguire le orme del papà Joseph in Francia, il corpo tornerà a Campiglia Soana per poi riposare nella tomba di famiglia accanto ai genitori e alla figlia Cristiana, che il caso ha voluto morisse anche lei il 13 gennaio di quattro anni fa. Del Moulin Rouge è stato direttore per più di 50 anni, prima di cedere il timone al figlio Jean Jacques che oggi lo piange insieme alla mamma Emilia Spezzati. I Clerico e soprattutto Jackie era ancora molto legato alla sua terra di origini tanto da non fare mai mancare la sua presenza, ogni anno, alla festa di San Giovanni e al primo di novembre. Risale a poco più di due mesi fa l’ultima visita e al 17 luglio del 2010 l’omaggio che Pont Canavese gli fece dedicandogli la 15esima edizione del Concert d’la rua, la Notte del Moulin Rouge L’amministrazione comunale sta valutando la possibilità di intitolare a questo importante personaggio il pian dell’Azaria che peraltro è proprio di proprietà della famiglia Clerico... Emigranti Jacky Clerico figlio di Joseph emigrato in Francia a cercar fortuna a metà del secolo scorso, insieme a centinaia di altre famiglie canavesane. In tasca qualche soldo e un biglietto di sola andata. Tanta voglia di fare e la certezza che laggiù ci sarebbe stata la possibilità di cambiare la propria vita, fatta di stenti e inutili sacrifici. Da Ronco, Ingria e Valprato, i tre paesi della Val Soana, in Canavese, nel cuore del parco del Gran Paradiso, tutti alla volta della città lumiere, per diventare artigiani e imprenditori di successo. Ci sono più di 2 mila valsoanini in Francia e i numeri dei Municipi della Valsoana non lasciano spazio all’immaginazione: su 900 abitanti, più di 500 sono iscritti all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero. Tra coloro che hanno continuato a mantenere i contatti con la propria terra, oltre ai Clerico, come potremmo non parlare, in questaoccasione, anche di Armando Rossio, ex vetraio, emigrato nel ’64 e oggi consigliere comunale a Ronco Canavese. Un esempio di attaccamento senza pari. Vive a Parigi ma, quando si riunisce il consiglio, sale in auto e torna nel suo paesello. Si fa 1.600 chilometri chilometri per la felicità di esserci, non certo per un gettone di presenza con cui se va bene neanche ci riesce a pagare una birretta.
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