Fra i suoi primi atti da sindaco, Massimo Rozzino ha firmato una lettera alla Provincia di Torino con la quale comunica la contrarietà della nuova amministrazione all’ampliamento della discarica “La Torrazza” di via Traversa Mazzini. E ne chiede la chiusura definitiva. Come è noto, fin dal 2012 la società ha presentato in Provincia un progetto di ampliamento della “vasca 8”: vale a dire altri 94.000 metri cubi di rifiuti. Si sono già svolte tre conferenze dei servizi, con la partecipazione dei confinanti Rondissone e Verolengo, nelle quali il confronto fra i Comuni e la Provincia è stato molto combattuto. L’ultima conferenza si è tenuta il 27 marzo. In quella sede i Comuni, in particolare i due confinanti, avevano chiesto degli approfondimenti e dei chiarimenti, e ora la lettera di Rozzino lamenta di non avere ricevuto alcuna risposta. In primo luogo, i Comuni volevano sapere se il fondo della vasca è abbastanza solido da reggere il peso dei nuovi rifiuti (il telo di plastica potrebbe rompersi?), e abbastanza compatto da impedire che il percolato raggiunga le falde acquifere. Si aggiunga che l’indagine geologica del sito è del 2000: ma nel 2008 è entrata in vigore una nuova normativa. In secondo luogo, l’impianto è utilizzato anche per lo smaltimento di rifiuti contenenti amianto: pertanto la nuova giunta chiede che l’ARPA si impegni ad effettuare una verifica mensile dell’eventuale presenza di fibre amiantifere nell’aria e nell’acqua, a spese della società “La Torrazza”. In terzo luogo Rozzino torna ancora una volta sul decreto ministeriale del 1996. Quell’anno il Ministero dell’Ambiente autorizzò il conferimento nella vasca 8 di 340.000 tonnellate di rifiuti, ma a condizione che fosse l’ultima volta, ma proprio l’ultima, e che poi dovesse “cessare sul sito l’attività di discarica”. Ebbene, quella disposizione è ancora valida? Né le accanite discussioni nelle tre conferenze, né le interrogazioni presentate dal Movimento 5 Stelle e poi dal PD, sia in Regione sia in Parlamento, sono bastate a fornire una risposta chiara. Anzi – aggiungiamo noi – al deputato “cinque stelle” Mirko Busto non è stato ancora risposto benché la sua interrogazione risalga all’ottobre 2013. Concludendo la lettera alla Provincia, il neo sindaco dichiara la propria contrarietà a qualsiasi ipotesi di ampliamento della cella 8 e ne ribadisce la richiesta di chiusura al raggiungimento del quantitativo di rifiuti autorizzato dal decreto del 1996.
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